Ala, Trainotti: «Dopo la spaccata nel negozio mi rimane tanta amarezza»
Oltre al danno economico, c'è quello morale provocato dal furto, come spiega la contitolare dell'attività di famiglia in via Sartori 6 nel centro cittadino. «È una trentina di anni che siamo qui e non è mai successo nulla. Ora però ahimé i tempi sono cambiati»
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ALA - Il danno economico c'è, è innegabile. Mille euro per riparare il disastro (alla porta e alla cassa) causato dal ladro che ha fatto visita nel suo negozio forse non saranno sufficienti. Ma allo stesso modo (o forse ancora di più) pesa un altro danno, impossibile quantificare. Un danno che si chiama amarezza e scoramento, «una ferita nell'anima» che Francesca Trainotti, contitolare assieme al fratello Mauro, del negozio di famiglia in via Sartori 6 nel centro di Ala, la segnerà per sempre.
Perché «se è davvero brutto subire un furto, pensare che anche in una realtà piccola come la nostra si verifichino sempre più frequentemente episodi di questo tipo lascia tanta tristezza».
L'ha vissuta lei stessa quando lunedì mattina poco prima delle sette ha ricevuto la telefonata di un cliente che la avvisava della spaccata al suo negozio. Il tempo di prepararsi, chiamare i carabinieri e arrivare nella "bottega" e realizzare quanto accaduto nella notte: un ladro (o magari più di uno) con un tombino ha sfondato il vetro della porta per poi puntare alla cassa e rubare qualche decina di euro.
«È una trentina di anni che siamo qui e non è mai successo nulla. Ora però ahimé i tempi sono cambiati e purtroppo dobbiamo fare i conti con questa amara realtà. Speriamo che dalle telecamere in zona si riesca ad individuare il colpevole. Ma quello che mi dispiace molto - continua Trainotti - è che abbiamo perso la tranquillità che c'era nei piccoli paesi.
Rimane la solidarietà dei clienti, dei tanti che sono passati di qua, che mi hanno telefonato, che hanno messo post su facebook. Questo mi ha fatto piacere e mi stimola ad andare avanti».
Il negozio è diventato "la bottega" degli alensi, è il negozio di prossimità nel quale puoi trovare di tutto: un bazar a presidio del centro storico, al servizio delle persone che vivono qui o arrivano da fuori.
«Più che clienti, li chiamo amici. E voglio che questa dimensione "umana" resti, che faccia la differenza rispetto alla "freddezza" di un centro commerciale. Io ce la metto tutta, nonostante l'amarezza del furto» conclude Francesca Trainotti. G. R.