Villa Lagarina / Il caso

«Undici famiglie senza asilo nido, la struttura non è a norma»

La sindaca Julka Giordani spiega: «Chiudere è stata una scelta obbligata, ma tamponeremo con le tagesmutter». La minoranza (Futuro in Comune) critica l'operato della giunta: «A farne le spese in questo momento sono tante famiglie»

di Enrico De Rosa

VILLA LAGARINA. Sos per i bimbi di 11 famiglie di Villa Lagarina, che non trovano un nido in grado di ospitare i loro bebé. La questione, si sa, si trascina da qualche tempo: da una parte l’amministrazione che, conti alla mano, ha fatto presente i costi che pesavano sul bilancio. Ma questo non era che uno dei motivi per cui si è arrivati nel luglio dello scorso anno alla decisione di chiudere il micro nido. L’altro era, se possibile, ancora più vincolante, perché legato ai vincoli di legge.

«La struttura – ha spiegato il sindaco Julka Giordani (Comunità nuova) - non era a norma: chiudere è stata una scelta obbligata. Tamponeremo con le tagesmutter».

Dall’altra parte ci sono le esigenze delle famiglie, in cui mamma e papà lavorano e non sempre possono avere a disposizione dei nonni baby sitter.

Una situazione di cui si sono fati portavoce i rappresentanti di Futuro in Comune Italo Battisti, Jacopo Cont, Enrica Zandonai, Marco Fumanelli e Marika Graziola. Questi ultimi sostengono che «a farne le spese in questo momento sono tante famiglie che si sono ritrovate senza un posto al nido. Questo perché i posti nel nido sovra comunale di Pomarolo per convenzione sono distribuiti nel seguente modo: 34 per Pomarolo, 21 per Villa, 10 per Nomi. Il numero basso per Villa, nonostante il numero elevato di abitanti, era compensato fino al 2021 dalla presenza di un micronido di 10 posti, che copriva il fabbisogno delle famiglie del nostro comune, garantendo a tutti la possibilità di usufruire del servizio».

D’altro canto non si può dire che il Comune sia stato a guardare. Ha stipulato una convenzione per dare ospitalità ai piccoli lagarini nel nido sovra-comunale di Pomarolo. Ma per il prossimo mese di gennaio i posti sono già prenotati dai neonati residenti nello stesso comune. Perciò ben 11 famiglie lagarine non sanno al momento dove portare i loro figlioletti.

«Stiamo aspettando – ha ribadito la prima cittadina Giordani - di conoscere i numeri di coloro che in effetti hanno bisogno di questo servizio: fra i bimbi che escono dal servizio e quelli che ne fanno domanda, per i quali prevediamo di offrire il servizio di tagesmutter, che garantisce una diversa flessibilità di orari rispetto a quelli rigidi del nido. Sono previste due entrate per i richiedenti: una a gennaio e un’altra a luglio. Perciò va capito per bene quante sono le esigenze e come coprire il fabbisogno con le tagesmutter».

Il problema, comunque, sembra essere tutto nei numeri, perché l’andamento demografico, registrato all’anagrafe, ha rivelato che, dal 2020 al 2022 a Villa, ci sono stati ben 82 neonati. Pertanto non poche famiglie potrebbero aver bisogno di un nido.

È vero che c’è stata anche la pandemia e molti genitori, per timori più o meno fondati, erano restii a portar i loro pargoli in un nido. Fatto sta che, per fortuna, la pandemia è alle spalle, perciò il problema si è ripresentato.

Infatti il servizio per l’infanzia era stato inaugurato nel gennaio del 2011, nei locali di proprietà della Fondazione G. B. Riolfatti al piano superiore della scuola materna di Villa Lagarina, per far fronte alle richieste delle famiglie che non trovavano spazio nell’asilo nido sovra-comunale, dalle Tagesmutter o nei posti riservati attraverso la convenzione con il Comune di Rovereto. Fino a quando, però, è stata disposta la chiusura, poiché la struttura della Fondazione non rispondeva ai rigorosi criteri previsti dalla normativa.

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