Ambiente / Polemica

Cimana scelta come sito di bonifica delle bombe della Grande Guerra, il Comune insorge, la Pro Loco protesta

La prima bonifica in aprile, ed ora il Commissario del Governo comunica che si andrà avanti con altri ordigni al fosforo: «Ci hanno informati a decisione presa, quello è un luogo pregiato, siamo basiti»

di Matthias Pfaender

POMAROLO. «Cimana è un tesoro naturalistico, non può diventare il sito di bonifica degli ordigni bellici recuperati in tutto il Trentino!». È un monito forte e netto quello che arriva dalla popolazione di Pomarolo. Un monito a difesa di una delle aree più caratteristiche e di valore ambientale della Destra Adige, miracolosamente scampata negli ultimi secoli all'antropizzazione. E forse, proprio per questo, scelta dai tecnici dell'Esercito italiano come sito ideale per il brillamento di bombe della Grande Guerra.

Lo scorso aprile il Commissariato del Governo di Trento, in collaborazione con le autorità militari (secondo reggimento Guastatori di Trento), ha realizzato nell'area prativa di Cimana il disinnesco di 14 proiettili di artiglieria da 150 millimetri, residuati della Prima guerra mondiale, diversi dei quali a carica chimica, ovvero caricati al fosforo. I proiettili erano stati rinvenuti sull'Adamello e conservati prima dell'operazione in una cava di Dro.

«Il terreno scelto per l'operazione - sottolinea Carlo Adami, presidente dell'associazione Pro Loco Pomarolo - non è stato un posto appartato, ma proprio l'area prativa di Cimana di Pomarolo più usata dagli escursionisti per pic-nic e grigliate, dove i bambini giocano in libertà sull'erba, a pochi metri di distanza dall'edificio della Casera, che da sempre viene gestito come punto aggregativo e di ristoro estivo dalla nostra Pro Loco».

L'operazione, dal punto di vista militare, fu un successo. Ma non fu senza conseguenze per i locali. Oltre alle polemiche che investirono il Comune, la scelta di provvedere al brillamento in quel luogo «ha recato danni - ricorda Adami - alle attività di sfalcio di una delle migliori aree prative di Cimana, non a caso denominata "Busa bela", dove l'erba, a distanza di cinque mesi dall'intervento, non è ancora ricresciuta. Da parte nostra all'epoca abbiamo subito fatto sentire la nostra contrarietà, e altrettanto hanno fatto altre associazioni e cittadini di Pomarolo».

Una presa di posizione che evidentemente non è stata tenuta troppo in conto dal Commissariato del Governo, posto che lo stesso ha scelto di programmare nell'area di Cimana un'altra operazione di disinnesco di ordigni bellici. Anche questa volta si tratta probabilmente di bombe caricate al fosforo.

Quindi il 12 e il 13 ottobre prossimi l'area sarà di nuovo blindata in un cerchio di 2,6 chilometri di diametro e i prati di Cimana ospiteranno di nuovo le esplosioni controllate degli ordigni. Nonostante la contrarietà dell'amministrazione comunale e dei residenti. «Come presidente dell'associazione Pro Loco di Pomarolo chiedo: possibile che in tutto il Trentino non ci sia un posto altrettanto idoneo, ma meno frequentato, dei prati di Cimana per far brillare delle bombe? A differenza di altre aree montane, anche vicine, Cimana di Pomarolo è un vero paradiso naturale, dove non è stata realizzata nessuna nuova costruzione e l'ambiente è rimasto quello di secoli fa. Dopo due anni di emergenza sanitaria, nel 2022 la Pro Loco, con l'aiuto delle altre associazioni del paese (banda, anziani, giovani PLF, Castelbarco, cacciatori), è riuscita a riportare la gente in Cimana, con attività di ristoro e di aggregazione culturale e sportiva che sono state molto apprezzate da tutti gli escursionisti che la domenica hanno frequentato la zona. Questo grazie all'impegno di molte persone, per rispetto delle quali chiediamo che simili operazioni di disinnesco vengano spostate in altra zona».

Furibondo anche il sindaco. Quando l’8 settembre scorso è stato informato per lettera dal Commissariato del Governo della nuova programmata operazione di brillamento controllato di ordigni bellici in Cimana, il sindaco di Pomarolo Arturo Gasperotti è saltato sulla sedia. «Sono rimasto basito, pensavo che dopo lo scorso aprile Pomarolo avesse fatto il suo dovere per almeno dieci anni».

Cosa ha fatto allora sindaco? «Ho subito chiamato il commissariato del Governo per esprimere la mia contrarietà e quella della comunità».

E dopo che è successo? «Il 15 settembre scorso, in una videoconferenza con tutti gli enti e corpi coinvolti, dal commissariato del Governo alla Protezione civile, dai Carabinieri al 118, ho ribadito la nostra contrarietà, spiegando il valore naturalistico e sociale dell’area di Cimana».

È un posto molto frequentato? «Moltissimo, sia in estate che in autunno».

Il commissariato del Governo cosa ha risposto? «Che prendevano atto della nostra posizione, ma non ha cambiato programmi. Del resto quando mi hanno comunicato la cosa la decisione era già stata presa, e non avevo come sindaco possibilità di oppormi. Io comunque ho ritenuto mio dovere esprimere chiaramente la nostra ferma contrarietà all’operazione».

Perché la scelta di Cimana? Lo hanno spiegato? «Non nel dettaglio. Da quel che ho capito conta la particolare posizione, come in una “conca” con le montagne ai lati, la facilità di accesso e la relativa scarsa presenza di insediamenti abitativi. Ma io conosco bene il Trentino, e so che ci sono diversi posti analoghi con le stesse caratteristiche. E poi questi residui bellici non sono neanche stati rinvenuti, né all’epoca né questa volta, nel nostro territorio».

E ora che farete? «Ovviamente, di fronte alla richiesta del governo non possiamo che essere a disposizione e fare il nostro dovere per il bene del Trentino. Ma ci pesa. E sia chiaro: Cimana non può diventare il sito di bonifica di tutti gli ordigni ritrovati in Trentino, soprattutto perché ora, con il ritirarsi dei ghiacciai, saranno sempre di più i ritrovamenti. Per ora ho scritto a tutte le associazioni e realtà del territorio interessate perché tutto sia alla luce del sole. La gente deve essere informata di tutto. E magari interpellata prima di prendere decisioni irrevocabili».

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