Altopiani / Il caso

I lupi a Folgaria, il sindaco: «No al panico, ma dopo l'aggressione vogliamo risposte»

Michael Rech: «Mi ha colpito molto la paura che ha provato il mio concittadino che ha visto sbranare il suo cane. Comprendo l'importanza  della biodiversità ma di fronte a questa situazione di rischio bisogna fermarsi e chiedersi come va gestito il fenomeno. In altri casi i lupi sono in aree non frequentate daglle persone, ma qui serve una soluzione: e se quel giorno lassù ci fosse stato un bambino?»

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di Luisa Pizzini

FOLGARIA. «Quello che è accaduto a malga Seconde Poste è un fatto inedito e straordinario. Non era mai accaduto qui e ha creato sgomento ed attenzione».

Il sindaco Michael Rech interpreta il pensiero della sua comunità all'indomani dell'episodio che ha spaventato a morte uno dei suoi concittadini, Martino Raineri.

Del resto chi non lo sarebbe, accerchiato da sette lupi dopo aver visto il proprio cane sbranato da uno di loro.

Ha avuto paura di fare la stessa fine, temeva che i lupi avrebbero attaccato l'altro cane che aveva con sé e aveva davanti agli occhi quel fedele amico a quattro zampe morto in fquel modo in pochi istanti.

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L’attacco di un branco di lupi che a Folgaria hanno sbranato un cane ha riacceso il dibattito sulla convivenza con questi animali. Che in Trentino sono in netta espansione, come ci dicono i numeri del rapporto 2020 della Provincia sui grandi carnivori.

«Mi ha colpito molto la paura che ha provato questo mio concittadino e che sentivo nella sua voce anche a distanza di ore dal fatto - continua il sindaco - perché è un'immagine da film quella in cui si è ritrovato.

Da amministratore però ho un atteggiamento composto, voglio rispondere con serietà e fermezza all'accaduto, con la professionalità degli esperti e di chi conosce bene i carnivori.

Va evitato il panico, va evitata la promozione dell'insicurezza nella fruizione del territorio, sia per i residenti che per i turisti.

Resta però un episodio che va gestito dalla politica locale e nazionale con tutta l'attenzione che richiede».

L'incontro ravvicinato a malga Seconde Poste suscita degli interrogativi, anche da parte del primo cittadino.

«Mi chiedo cosa sarebbe accaduto se al posto del cane ci fosse stato un bambino?».

La domanda è ricorrente in queste ore. Chi ama frequentare la montagna si chiede come si dovrebbe comportare se accadesse di nuovo.

Martino, accovacciandosi accanto all'altro cane, ha fatto la cosa giusta ma non è facile mantenere il sangue freddo o almeno la lucidità quando la paura prende il sopravvento. Rech spiega di comprendere e riconoscere il tema della biodiversità: «Lo sostengo, come difendo la tutela dell'ambiente, ma quando entra in gioco la vita umana bisogna fermarsi e chiedersi come va gestita questa cosa. Niente panico, niente reazioni scomposte ma massima attenzione».

Per questo il sindaco di Folgaria si è subito messo in contatto con il presidente della Provincia di Trento Maurizio Fugatti, perché ci fosse da subito un coordinamento istituzionale tra Comune e Provincia. Ed in questo senso Rech si aspetta che il dialogo prosegua e che porti risposte ai quesiti che lui e la sua comunità si sono posti in questi giorni.

Quanti sono i lupi ora sul territorio? Come vanno gestiti?

«La presenza di un branco di lupi a malga Seconde Poste è cosa singolare, non è la riserva della Scanuppia o il Parco nazionale dello Stelvio, ma una zona dove non ci sono impianti a fune ma frequentata d'estate e d'inverno, una delle zone più vocate. Non è un caso che poco prima che i lupi sbranassero il cane di lì era passata una famiglia».

In questo senso il sindaco chiede una gestione della presenza dei lupi, che negli anni sono aumentati sempre di più sul territorio.

In ambienti dove hanno i loro spazi gli incontri con l'uomo sono rari, ma in un territorio come l'altopiano che è costellato di centri abitati e frequentato anche da molti escursionisti il discorso è diverso.

«Se dovesse accadere di nuovo, se in una situazione diversa l'incontro con i lupi ce lo avesse una famiglia o un bambino, cosa rispondo io che non si poteva prevenire, che non si poteva sapere? Noi da amministratori locali dobbiamo dare risposte in questo senso. Non fa parte dell'ordinario tutto questo».

Nel frattempo tutta la comunità sull'altopiano ha manifestato il suo affetto a Martino Raineri ed alla sua famiglia, per la paura vissuta sabato pomeriggio ma anche per il dolore che continuano a provare per la cruda morte di Toby, uno dei cani che faceva parte della famiglia e che dimostra l'affetto che nutrono per gli animali.

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