Villa Lagarina / Il problema

La storia delle capre ribelli che nessuno riesce a prendere

La sindaca ha dovuto emettere un’ordinanza: inselvatichite, sono sfuggite al lupo e agli uomini, ma vagano spesso sulla Provinciale, ora dovrà intervenire la Forestale per risolvere il problema

di Luca Nave

VILLA LAGARINA. «Capra, capra, capra!» inveisce spesso il presidente di un noto museo roveretano che però, parlando così, si rivolge a umani che reputa poco colti. Ma la stessa esclamazione, rivolta invece davvero alle capre, esce dalla bocca degli automobilisti e dei ciclisti che, da circa tre o quattro mesi, si trovano a schivare le bestiole sulla provinciale 20, nei pressi di Castellano, frazione di Villa Lagarina.

In questo caso le capre tutto sono fuorché sciocche, anzi a quanto pare ne sanno una più del lupo. Ora a recuperarle, per portarle nella loro nuova dimora, ci proveranno gli agenti del Corpo Forestale.

Ma ripartiamo dall'inizio e ricostruiamo la vicenda, con l'aiuto della sindaca di Villa Lagarina, Julka Giordani, che ha recentemente emesso l'ordinanza per la cattura di quelle che, ormai, sono definite «capre inselvatichite»: «Grazie al positivo intervento dei volontari dell'Oipa (Organizzazione internazionale protezione animali, ndr), un gregge è stato ceduto dal precedente al nuovo proprietario, coinvolgendo diversi capi. Alcuni animali si erano però nel frattempo dispersi nei dintorni di Castellano e, nel corso dei mesi, si è verificata anche qualche predazione da parte del lupo, anche se non è certo che gli animali catturati dal carnivoro fossero parte di quello stesso gregge. Ciò che è certo, è che sul territorio sono rimaste libere queste ultime due capre che, a quanto pare, sono particolarmente abili a fuggire e finora nessuno - né l'uomo né il lupo - è riuscito a prenderle. Le segnalazioni da parte dei residenti e degli automobilisti sono state davvero numerose: si è creata una chiara situazione di pericolo».

Gli animali in questione sono di proprietà privata mentre, come noto, la fauna selvatica è pubblica («patrimonio indisponibile dello Stato tutelata nell'interesse della comunità nazionale e internazionale» per essere precisi). Come gestire, allora, questa particolare fattispecie di capre un tempo domestiche e ora inselvatichite? Una predazione da parte del lupo avrebbe chiaramente e «naturalmente» sollevato le istituzioni e i volontari dal problema, ma questo non è avvenuto.

Al contrario, è avvenuto che le due capre si siano ben adattate alla libertà e se la stiano anche godendo appieno.

Peccato che non siano abbastanza accorte - ecco la loro mancanza - da evitare la strada per starsene sui prati. Il loro comportamento, coi numerosi attraversamenti anche notturni, ha fatto inquadrare il problema sotto un'altra fattispecie: non quella del bestiame da latte e non quella della gestione della fauna selvatica, bensì quella della sicurezza pubblica. Da qui la possibilità di azione da parte della sindaca, che ha emesso l'ordinanza.

«Abbiamo coinvolto l'Unità operativa veterinaria e l'Ufficio distrettuale forestale di Rovereto per la cattura. Una volta completata questa operazione, auspico che gli animali possano essere assegnati, al pari degli altri capi del gregge di cui facevano parte, al proprietario che si è reso disponibile ad accoglierli».Si attende ora l'esito dello sforzo dei Forestali, che se non altro potranno agire col beneficio del calo di traffico stradale, connesso all'entrata del Trentino in zona rossa.

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