Incendio della casa di Costa: il dottore ha perso tutto, la solidarietà del Comune

The day after. «Stiamo tutti bene. È stata una mazzata, ma lotteremo per riprenderci»: sono queste le parole che Mariano Zendri, il medico di base che da oltre vent’anni opera sull’altopiano folgaretano, pronuncia dopo che la sua casa l’altra mattina è stata distrutta da un terribile incendio.

Il sindaco di Folgaria, Michael Rech, dichiara in una nota: «Il territorio dell’Alpe Cimbra si stringe attorno alla famiglia Zendri, molto conosciuta in loco, colpita dall’incendio della propria abitazione, ora inservibile. La conta dei danni è pesante; oltre alla perdita della casa e degli effetti personali si aggiunge il peso psicologico dell’accaduto. Un comitato spontaneo di cittadini, supportato dalle istituzioni locali, promuove ed invita a contribuire alla raccolta fondi a favore della famiglia del nostro medico di base, allo scopo di sostenerla in questo periodo difficile, con particolare riferimento alla ricostruzione e agli imprevisti legati al tragico evento. Nella giornata di domani (oggi per chi legge, ndr) verrà attivato un conto dedicato dalla Croce Rossa degli Altipiani per fare una donazione»,. Solidarietà arriva anche dalla Comunità di Lavarone attraverso le parole del suo primo cittadino Isacco Corradi: «Ringraziamo il corpo dei Vigili del Fuoco di Folgaria ed il supporto dei Vigili del Fuoco di Lavarone - dice il sindaco - Rimanere senza casa e perdere tutto è una enorme disgrazia, la Comunità di Lavarone è vicina alla famiglia».
Da sottolineare la bravura, il tempismo e l’organizzazione dei volontari dei vigili del fuoco che hanno di fatto salvato la famiglia Zendri. La professionalità di questi ragazzi va oltre ogni commento e queste Comunità debbono essere orgogliose di poter contare su un servizio specialistico, professionale, dove non solo si evidenzia la capacità d’intervento ma si manifesta anche un grande valore umano.

Dell’abitazione del medico restano i muri perimetrali ed il tetto: il resto è stato completamente ridotto in cenere. Perdere una casa, e quella in questione è un’abitazione nuova, vuol dire perdere parte della propria storia: ogni oggetto rappresenta infatti un frammento di un mosaico, i mobili raccontano il vissuto, dentro quelle mura era racchiusa la vita di quattro persone, di una famiglia.
L’incendio, la cui causa è probabilmente da ricondurre ad un corto circuito, lascia dunque un enorme vuoto, senza casa ci si trova soli, si vaga a tentoni nella ricerca di un punto d’appoggio.
«Ci riprenderemo», sottolinea con un nodo alla gola Mariano Zendri, medico che da molti anni vive e lavora sull’Alpe Cimbra. Ed i questo frangente è stata molto significativa la reazione della Comunità, che ha saputo offrire alla famiglia solidarietà ed amicizia. Sono queste le storie della montagna che, pur nelle tragedie, esaltano la cultura di un popolo.

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