Folgaria accende i cannoni da neve ma non si sa come sarà la stagione

C’é molta incertezza nell’aria, nessuno sa se la stagione invernale dello sci riuscirà a decollare. «Sarà dura», dicono tanti operatori, nemmeno si sa se apriranno gli hotel. In questa situazione che non permette di programmare il futuro e che rischia di mettere in crisi le aziende legate al turismo della neve e con esse le centinaia di lavoratori (camerieri, cuochi, addetti ai noleggi, maestri di sci, commercianti, operai e via dicendo) non si sa come muoversi. Stare fermi o comunque guardare oltre sperando che le cose incomincino ad incanalarsi nel verso giusto?
«La peggiore delle situazioni è stare fermi», sembra essere il leit-motiv degli operatori. Al primo freddo invernale con la colonnina di mercurio scesa a meno 10 gradi nella zona Ortesino, Fondo Grande, Fondo Piccolo e Costa d’Agra si è comunque deciso di accendere i cannoni della neve ed incominciare un programma di innevamento delle piste. C’è un rischio in tutto questo? «Non c’è dubbio che esiste» affermano gli impiantisti facendo gli scongiuri. Ma non sono solo gli impianti ad essere in un limbo: tutte le attività legate alla stagione invernale stanno subendo un rallentamento, che accentua maggiormente questo periodo di crisi. I cannoni sparaneve sono aperti a passo Vezzena, la Turismo Lavarone sta innevando tutto il tracciato che da Bertoldi, attraverso Tablat, monte Ust, malga Rivetta arriva fino a passo Vezzena. Anche nel carosello di Folgaria le lance sparaneve stanno lavorando intensamente per coprire gli oltre 75 chilometri di piste, si parte da Costa, per arrivare all’Ortesino, Pioverna, Costa d’Agra val delle Lanze passando da passo Coe. Nel circuito entrano di diritto anche Fondo Grande e Fondo Piccolo. Nel frattempo dalle centraline meteo poste al limite di alcune zone il termometro è sceso a -19,9 nella dolina del monte Toraro e a meno 17,9 in quella di Campomolon. L’augurio di tutti è di veder scendere la neve dal cielo e sperare di poter quantomeno rattoppare una stagione,che alla data attuale, non si preannuncia sotto buoni auspici.
In questo contesto a pagare uno scotto serio sono i dipendenti, gli operai e gli artigiani che lavorano nel settore del turismo. Solo la Turismo Lavarone e la FolgariaSki in piena stagiona occupano, per il lavoro sulle piste, quasi 140 addetti, creando un indotto a catena su tutta la filiera.

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