Nomi: a Liliana Segre la cittadinanza onoraria voto unanime in Consiglio

di Tommaso Gasperotti

Liliana Segre, senatrice a vita e superstite dell'Olocausto, d'ora in avanti sarà cittadina onoraria di Nomi. A proporre l'onorificenza, e votare all'unanimità la delibera, il Consiglio comunale di Nomi che, riunito martedì scorso nel municipio di piazza Springa, ha voluto lanciare un messaggio «contro i rigurgiti di discriminazione e odio», esprimendo con un atto ufficiale piena solidarietà alla senatrice, oggi sotto scorta, balzata recentemente agli onori della cronaca nazionale per essere stata minacciata e insultata.

Il sindaco Rinaldo Maffei non ha avuto dubbi: «L'amministrazione comunale, interpretando anche i sentimenti della cittadinanza, intende testimoniare l'apprezzamento per l'attività della signora Liliana Segre, matricola 75190 ad Auschwitz, assegnandole l'onorificenza della cittadinanza onoraria. I motivi di questo riconoscimento sono tutti nei fatti della storia, dal binario 21 ai giorni nostri. Liliana Segre si distingue per alti meriti nei campi del sapere, della convivenza e della solidarietà umana». Da qui l'idea di conferirle il riconoscimento, e suggellare ufficialmente questa benemerenza con il dono di una pergamena nella quale sono riportate le motivazioni dell'onorificenza.
«Alle persone, alle comunità, alle istituzioni spetta il dovere della testimonianza, contro i rigurgiti di discriminazione e odio», ha aggiunto Maffei, che accanto alla Segre ha voluto ringraziare anche un'altra figura che, per umanità e altruismo, ha lasciato un segno indelebile nella vita sociale di Nomi, e non solo: padre Modesto Comina , da 18 anni guida spirituale alla casa di riposo del paese. «Martedì abbiamo conferito la cittadinanza onoraria a Liliana Segre, superstite ad Auschwitz. Una persona umana. Come quella che ci lascia dopo 18 anni. Vorrei vedere un segno di omaggio a padre Modesto e di continuità, per questo loro grande richiamo ad essere umani», ha sottolineato il sindaco, ringraziando l'anziano cappellano a nome dell'intera comunità. «Credo che ognuno di noi possa comprendere che da quando lui se ne andrà, la comunità sarà più povera. Tutti, io per primo, abbiamo ricevuto una grande lezione, che senza dubbio ci mancherà», ha aggiunto Maffei nel suo saluto.

Padre Modesto, entrato ben presto nel cuore di tutti, ha fatto voto francescano di povertà. E questo gli ha consentito una collocazione immediata, naturale, dalla parte dei più poveri. Tonanti, in questo senso, le sue prediche contro i poteri forti. Ma vi è un altro tema, ha ribadito il sindaco, per il quale a lui dobbiamo tutti riconoscenza. «È stata la persona più disponibile ad ascoltare. Quante volte, e quante persone, afflitte da mali incurabili e da situazioni familiari dolorose, che purtroppo sono sempre più frequenti tra noi, quando chiedevo loro "come va" mi rispondevano aprendo le braccia, rassegnate. Per poi dirmi "ma adesso vado da padre Modesto, un momento di aria buona": poco dopo ritrovavo quelle stesse persone capaci di reagire, di sopportare il dolore, di andare avanti: cosa c'è di più al mondo per un uomo di vedere che la parola è diventata sollievo, azione, reazione, voglia di ricominciare? Padre Modesto e Liliana Segre - ha concluso - ci hanno insegnato questo: ad essere più umani».

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