Insulti e minacce ai volontari Il sindaco chiude il bocciodromo

di Chiara Zomer

Il bocciodromo di Villa Lagarina è stato chiuso 15 giorni per troppa maleducazione. Non solo, anche per troppi insulti e almeno un diverbio degenerato in violenza fisica.Roba da non credere. L’amministrazione comunale ha dovuto dare un segnale forte: queste due settimane senza uno dei punti d’aggregazione più frequentati di Villa sono un messaggio preciso.

O alcuni utenti cambiano registro, oppure non è escluso che la chiusura si protragga per più tempo. Perché un punto dev’essere chiaro: quella struttura è messa a disposizione dal Comune e gestita da volontari che, gratuitamente, si assicurano che vada tutto bene. Non possono anche trasformarsi in carabinieri e avere l’ansia di dover gestire situazioni al limite della querela.

Una notizia di quelle che si fatica a credere. Perché nell’immaginario collettivo se c’è un posto tranquillo e sereno, con gente urbana che si diverte in modo pacato, quello è un bocciodromo. Non ci si immagina gente che trascende i limiti del buon gusto quando non della legalità. Eppure a Villa i volontari sembra siano stati costretti a far fronte più volte all’atteggiamento molesto di qualche utente.

Lo dice chiaramente l’avviso, appeso sulla porta ora chiusa: «A seguito del ripetersi di atti d’intimidazione e prevaricazione sia verbali che fisici nei confronti dei volontari e del personale di sorveglianza e custodia del bocciordomo comunale la giunta ne decreta la chiusura al pubblico per giorni 15».

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Nello stesso avviso si spiega che là, o gli utenti cambiano atteggiamento, oppure i provvedimenti potranno essere anche più severi: «Tale provvedimento sanzionatorio temporaneo potrà assumere anche carattere di più lunga durata qualora detti episodi dovessero ripetersi. Spiace che comportamenti inadeguati e prevaricatori di pochi abbiano conseguenze su tutta la collettività, tuttavia non è tollerabile quanto accaduto né tanto meno che qualcuno possa pensare di usare uno spazio pubblico violando le più elementari regole di convivenza civile».

Un messaggio chiaro: o si cambia registro, o lì si chiude tutto.
Ma cosa è accaduto davvero? Il casus belli è uno solo. Un utente avrebbe iniziato ad inveire contro i volontari, e dalle parole sarebbe passato ai fatti, aggredendo il figlio di uno dei volontari. Un fatto grave, che non è detto abbia conseguenze. Ma non è purtroppo l’unico episodio che si è dovuto registrare da quelle parti. «Quella è una struttura pubblica, di cui la comunità può usufruire perché abbiamo due custodi assunti con l’Azione 19, ma soprattutto perché i volontari della Polisportiva mettono a disposizione il proprio tempo e le proprie energie per tenere aperto e accogliere gli utenti - spiega il sindaco Romina Baroni - non possiamo permettere che persone entrino e si comportino come se non ci fossero regole. Dobbiamo, prima di tutto, tutelare i volontari».

Ecco il perché del provvedimento. In queste due settimane, per altro, saranno garantite le attività programmate: chi ha prenotato, avrà accesso ai campi. Ma gli altri no. Sperando che basti questo a far capire ai pochi che non rispettano le regole, che devono cambiare registro.

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