È caccia al piromane Più controlli nei boschi

di Luisa Pizzini

Erano di nuovo nei boschi minacciati dagli incendi, ieri, i forestali. Proprio come martedì quando sono accorsi sul posto al fianco dei circa quaranta vigili del fuoco volontari e permanenti che hanno lavorato a lungo per avere ragione delle fiamme appiccate in due diversi punti: sullo Zugna e nell’area verde subito dopo la galleria che da Noriglio porta a Terragnolo ( nelle foto ).

Sono tornati in cerca di indizi e testimonianze per poter dare un volto al «piromane», che sembra rimanere l’unica ipotesi plausibile.

Ma non è affatto facile arrivare al nome di un sospettato. «Sono qui da poco tempo e ho già incontrato almeno dieci persone» raccontava ieri Silvano Zorer, agente forestale che lavora prevalentemente nella zona di Terragnolo e del monte Finonchio.

«Ho visto camminatori, gente che corre, chi porta a spasso il cane. C’è un gran via vai e ognuno di questi potrebbe essere la persona che stiamo cercando perché con l’esperienza abbiamo capito che di solito sono davvero insospettabili».

Cercare un piromane non è come smascherare un ladro: «Se viene commesso un furto in città è possibile trovare qualche indizio utile visionando le immagini delle telecamere di videosoerveglianza, ad esempio - continua Zorer -. Un volto, una targa, un’ora utile per ricostruire l’accaduto di solito si trovano. Nel bosco telecamere non ce ne sono, per fortuna oppure no. Stiamo cercando delle persone, qualcuno ci ha detto di aver visto qualcosa ma per il momento di concreto non c’è niente. Continuiamo comunque a fare sorveglianza, proviamo a tenere sotto controllo il territorio».

«Con i colleghi ci alterniamo dalla mattina fino a sera tardi, facciamo il possibile, ma non è facile» aggiunge Alessandro Macchiella , anche lui agente forestale ma che è riferimento soprattutto per la zona del monte Zugna.

«Anche la bottiglia incendiaria che è stata trovata dove è partito il primo incendio, martedì, sullo Zugna di fronte al campo da calcio di Albaredo potrebbe non essere l’innesto. Potrebbe essere stata lì già da prima».

Ora è nelle mani dei carabinieri, che a loro volta indagano sui fatti.
Ci sono però dei particolari e delle coincidenze che alimentano quell’unica ipotesi sulla quale si sta lavorando, quella della presenza di un piromane. Forse lo stesso, da più di un anno ormai. La scelta dei luoghi in cui viene appiccato il fuoco - forse banalmente con un accendino considerate le condizioni del bosco, particolarmente secco - non è casuale, ma calcolata. In quel punti c’è la vegetazione che prende fuoco più facilmente, sono posti esposti al sole, battuti dal vento. E poi ci sono date e luoghi che si ripetono.

Sono dettagli che non sfuggono a chi cerca con il proprio lavoro di proteggere il bosco, patrimonio di tutta la comunità.

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