Via da metropoli e «carriere» «Preferiamo allevare galline»

L'avventura dei trentenni Giovanni Tava e Mattia Cristoforetti. Dopo una laurea in legge la svolta

di Ornella Straffelini

Giovanni Tava, 34 anni, e Mattia Cristoforetti, 30, si sono rimboccati le maniche ed hanno deciso di cominciare un'avventura professionale insieme scegliendo la Val di Gresta come luogo di riferimento da dove poter partire con la loro nuova e singolare carriera di imprenditori. E questa è la loro storia. 

Sono innanzitutto due amici, con la passione comune per il windsurf, tanta ambizione e voglia di crescere a livello professionale. Hanno unito così le loro forze e si sono messi in gioco con la società agricola «Uova di montagna».
Mattia, laureato in giurisprudenza, dopo qualche anno di lavoro a Milano nel settore della comunicazione, ha deciso di mollare tutto per tornare alla terra e prendere tutta un'altra direzione. Giovanni ha invece compiuto studi nelle scuole alberghiere, ma alle spalle ha già molte esperienze lavorative; tra le tante, dapprima è rimasto nel settore della ristorazione, mentre in seguito ha avuto qualche esperienza nel settore immobiliare. 

All'inizio i ragazzi hanno dovuto conoscere il mondo ancora inesplorato, per loro, delle galline: si sono informati leggendo molto e dedicandosi «alla letteratura sulle galline» dicono i due sorridendo. Molto tempo è trascorso prendendo contatti con esperti e veterinari, studiando e cercando di capire come addentrarsi in una nuova realtà nel migliore dei modi. Un'idea la loro, nata quasi per gioco in una chiacchierata tra amici al bar che poi si è trasformata in un'iniziativa da raccontare per entusiasmare i giovani in una realtà che sembra essere invece sfavorevole.

I lavori per il pollaio sono cominciati nel marzo scorso grazie anche al prezioso supporto di Lorenzo Benoni, titolare di Maso Naranch in località Pannone, che ha dato loro il terreno e lo spazio adeguato in mezzo al verde della Val di Gresta per allevare le galline. La tenuta si trova proprio a Valle San Felice, paesino della valle di Gresta: 1800 metri quadrati circondati da alberi da frutto e campi coltivati. Un'oasi di pace e tranquillità.

Il commercio delle uova è cominciato invece a maggio ma già dopo pochi mesi sono arrivate molte soddisfazioni. I primi clienti, tra i quali spiccano ristoratori stellati di altissimo livello, si sono già accorti di loro ma la soddisfazione giunge anche da persone che vivono in zona che hanno già apprezzato le qualità dell'uovo biologico di montagna dei due ragazzi, che sono motivo di orgoglio per tutti.

L'obiettivo primario dei giovani è quello di riuscire a raggiungere il meglio della produzione mantenendo intatto il benessere dell'animale. E proprio questo è il principio che sta alla base del lavoro di Mattia e Giovanni e che tengono a sottolineare. Nel loro pollaio le galline infatti, che attualmente sono poco più di trecento ma ad inizio gennaio il numero dovrebbe arrivare all'incirca a settecento capi, sono trattate in maniera esemplare seguendo degli standard che sono ben al di sopra di quelli imposti dal disciplinare biologico. Lo spazio è grande ed ogni particolare è studiato appositamente perché possa essere confortevole per gli animali e la loro alimentazione è molto rigorosa.

La giornata dei due giovanotti si divide tra il lavoro sul campo e l'attività imprenditoriale. Il loro lavoro non si limita a creare delle semplici relazioni con i propri clienti ma l'intento è quello di riuscire a realizzare assieme alle aziende una storia professionale e «costruire un legame», basato sulla costante comunicazione con il cliente in modo che si possa stringere un forte sodalizio. Per questo Giovanni e Mattia seguono i clienti dando loro informazioni sull' allevamento, sul metodo di lavoro fino ad arrivare ad avere una piena interazione con essi.

Ad esempio collaborano con i ristoratori nella stesura dei menu nei ristoranti, cercano di analizzare come le proprie uova possano essere gustate, con quali sapori possano abbinarsi alla perfezione e come riescano a presentarsi ottimamente nel piatto servito. Un percorso quindi, dal campo alla tavola, che è curato nei minimi dettagli.

Ed il piatto del ristorante diviene l'essenza di tutto questo. Il cliente deve accorgersi che dietro al piatto sta nascosto un mondo che vale davvero la pena di conoscere. Il loro intento è quello di mantenere una piccola realtà e non di realizzare un'azienda di grandi dimensioni ma fare in modo che questa rimanga di qualità sopraffina poiché il loro prodotto deve essere e rimanere un uovo d'eccellenza, che superi gli standard del biologico.

«La nostra produzione è frutto di un metodo sartoriale e si può dire che siamo "la boutique dell'uovo"» affermano fieri i due. Per ora i ragazzi si stanno muovendo nel Trentino ed hanno già raggiunto il Veneto, affermandosi in località come Verona e Vicenza ma sperano presto di poter allargare ancora i loro orizzonti ed arrivare più lontano in modo che sempre più persone possano conoscere le «Uova di Montagna».

comments powered by Disqus