«Eravamo sul divano a guardare la tv l'orso ha spaccato la finestra per entrare» il racconto della coppia di Calliano

di Nicola Guarnieri - NO

«Non si è mai sentito di orsi che frequentino centri abitati come il nostro, che non siamo certo sperduti in alta montagna», allarga le braccia il sindaco Lorenzo Conci. Il primo, dopo l’allarme lanciato agli abitanti, a rincorrere il plantigrado. «Beh, rincorrere non direi. Quando mi è passato accanto un po’ mi sono spaventato ma è stato emozionante». Meno, anche se a distanza di ore ci scherza su, per Deena Ondertoller che, con il compagno Luca Tezzele, se l’è praticamente trovato in casa, al civico 14 della centralissima via Valentini ma, soprattutto, al secondo piano!

«Eravamo sul divano a guardare la televisione. A un certo punto, saranno passate da poco le dieci e mezza, abbiamo visto la sagoma sul balcone. Aveva una forma troppo strana per essere un uomo e di sicuro pensare a un orso...». Invece... «Invece si è alzato in piedi, ha battuto con il muso sulla finestra e poi l’ha sfondata, voleva entrare».

Spavento tanto, insomma. «Ci siamo messi a urlare e poi siamo corsi in camera e ci siamo chiusi dentro». Attirato dall’odore della cena? «Boh, abbiamo cotto del manzo, chissà!». E la finestra rotta? «La Provincia ci ha detto che la ripagherà l’assicurazione». Tutto ok, quindi? «Sì, sì, per carità. Ma certo è stato un bello spavento trovarselo davanti al vetro e fermamente intenzionato ad entrare».

 

Alla finestra, ma al piano di sotto, si è affacciato pure Ferruccio Dapoz, cacciatore ma soprattutto storico postino del paese, 80 anni portati alla grande. Ha preso la doppia? «Ma va là! Mi sono chiuso dentro».
L’orsetto, non certo un esemplare adulto e avvezzo alle insidie urbane, si è comunque spaventato pure lui. Ha provato a ridiscendere dalla stretta scala da dove era salito ma non ce l’ha fatta. E si è agitato, a tal punto da farsela addosso lasciando il «souvenir» organico proprio sull’ultimo gradino. Vista la malparata, l’animale ha quindi scavalcato la ringhiera e si è calato agilmente fino a terra, fuggendo verso la scuola elementare e poi alla ferrovia. Il fragore dell’ora serale ha richiamato tanta gente, molti a spasso col cane.

Tra i primi ad accorgersi Franco Comper, titolare del bar Matita. «L’ho visto dalla finestra e ho pensato: voleva venire da me a bere qualcosa ma sono chiuso per colpa del Covid. Peccato, anche perché quest’anno sono sessant’anni di attività». Alessio Comper, cogestore del Matita e del Bicigrill di Nomi, ha filmato la fuga. «Si vedeva che era un cucciolone. In fin dei conti mi sono preoccupato che non entrasse nel mio cortile perché c’è il mio cane».

Marco Ondertoller, il papà di Deena e consigliere comunale con delega all’ambiente, «dà» la colpa al Covid: «Con autostrada e ferrovia libera anche l’orso passa da una parte all’altra. Però non era mai successo che un bestione si infilasse dentro un paese e salisse su un balcone. Certo qualcosa nel progetto Life Ursus deve essere rivisto».

A Calliano, però, quell’imprevisto dopo un lungo lockdown da pandemia tutto sommato non è dispiaciuto. Di sicuro alle figlie di Marina: «La più piccola ha subito detto che dobbiamo costruirgli la piscina mentre per la più grande stava cercando la sua mamma».

In un’epoca in cui anche l’uomo - per decreto del presidente del consiglio dei ministri - deve diventare asociale l’orso, essere vivente asociale per antonomasia, nei centri abitati si sente evidentemente a casa. Se non sua almeno quella degli altri. Come la canonica prima - ma qui c’era un «esplicito» invito all’ingresso, una scritta di vernice nera, «Bear», che la dice lunga sulla conoscenza linguistica dei plantigradi trentini - raggiunta balzando oltre la recinzione e l’abitazione al secondo piano dopo. Una gita in valle in solitaria che, come detto, gli ha fatto scoprire i potenziali pericoli visto che il cucciolone, al momento della fuga, non è riuscito a trattenere l’emozione. E non è riuscito ad arrivare al suo «monumento», la scultura del grande orso sulla statale, all’incrocio per Folgaria. Ma alla fine tutto è andato bene. «Sì, un fuoriprogramma benaugurante per Calliano. - stigmatizza il sindaco - E una bella pubblicità per noi: siamo un paese che accoglie tutti». Anche i musoni e solitari che di solito (quando non ci sono pandemie in corso e reclusioni forzate degli umani) prediligono boschi e montagne, distanziamento sociale violabile solo per procacciarsi il cibo. Ma questo è un capitolo a parte.

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