Chiusi in casa e contagiosi sommersi dai rifiuti: a Mori va il sindaco a prelevarli

A casa da 10 giorni, positivo al Covid con la moglie, e sette sacchi di spazzatura sul balcone. Che non sa dove buttare. Così a raccogliere i suoi rifiuti per buttarli nel residuo sono andati ieri mattina due vigili del fuoco e il sindaco di Mori in persona. Un ventiduenne che con la moglie abita in un condominio di Mori, in quarantena perché positivo al Covid come la consorte, non potendo uscire nemmeno sulle scale per lasciare la spazzatura fuori dal portone del suo condominio, aveva accumulato i rifiuti sul balcone di casa. «Non posso uscire, e lo capisco - spiega il giovane - giustamente c’è il divieto e vivendo in un condominio non voglio contagiare nessuno. Ma qualcuno deve dirmi cosa devo fare. Sia io che mia moglie abbiamo contratto il Covid-19 e siamo in quarantena da dieci giorni a casa: spesa e medicinali ce li facciamo portare a domicilio, non dobbiamo fare la differenziata, e va bene, ma come facciamo con l’immondizia, la teniamo sul balcone? Ho chiesto in comune, chiamato diverse volte, e non c’è nessun servizio. Di fatto, con diplomazia, ma mi hanno detto che devo arrangiarmi io. Inutile dire che i vicini si rifiuterebbero di portare giù i nostri sacchi perché hanno paura di rimanere contagiati». Questo il racconto ieri mattina, con la minaccia di buttare tutto dalla finestra. Il sindaco di Mori Stefano Barozzi spiega che il caso del signor De Leo è unico nel comune che amministra, ma effettivamente un cortocircuito nel sistema di raccolta c’è: «È una settimana che chiamiamo Provincia e Comunità di Valle per avere dei chiarimenti - spiega Barozzi - ci si risponde che è la ditta che ha l’appalto della raccolta che deve occuparsene. Ma la ditta fa solo raccolta da strada, non entra nei condomini e in effetti la procedura va rivista, lo abbiamo segnalato».

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