5 ragazzi in viaggio in Italia in sella al mitico “Fifty”

di Tommaso Gasperotti

Da Oropa (Piemonte) al Gran Sasso (Abruzzo) ci sono mille chilometri, cinque check point di montagna e più di 13.000 metri di dislivello totale.
Un viaggio lungo la dorsale appenninica, alla scoperta di quell’Italia minore spesso dimenticata, che un team di cinque impavidi piloti lagarini ha deciso di affrontare a bordo di sgangherati cinquantini, nel loro caso di tre vespe e due Fifty anni’80.

È questa la folle avventura che il gruppo - formato da Federico Maraner, Michele Coraiola, Guido Benamati, Mike Benedetti e Andrea Candioli -, nato all’interno di «Fbr» («Fate Bene Ragazzi»), l’officina sociale allestita nei garage di Smart Lab, vivrà questo fine settimana.
La corsa in questione, affrontata esclusivamente in sella a mezzi a bassa cilindrata, si chiama «Crazy Italian Rally» ed è promossa dall’associazione Brados Travel Style.

Ai nastri di partenza, stamattina ai piedi delle Alpi biellese, una quarantina di corridori arrivati da tutt’Italia per sfidare vento e ghiaccio e mettere alla prova se stessi, oltre ai loro motorini, molti dei quali rispolverati per l’occasione da scantinati e garage.
«La flotta partita da Rovereto - spiega Caterina Vinante di Fbr, che seguirà la carovana a bordo di un Van - è costituita da due “Fifty” del 1981, uno dei quali non circola dal 1991, una vespa dell’80, eredità di un biker tedesco che campeggiava sul lago di Garda, una dell’82 e una del ‘78: tutti veicoli che i proprietari non utilizzano più abitualmente».
A rimetterli a nuovo, con pezzi di ricambio, cassette degli attrezzi e tanto olio di gomito, sono stati gli stessi ragazzi dell’associazione che nel seminterrato del centro giovani di viale Trento hanno dato vita a un piccolo universo dedicato alle due ruote.

«Siamo nati nel 2015 come associazione di promozione sociale con l’idea di creare una sorta di garage collettivo, un luogo dove gli appassionati di moto, soprattutto d’epoca, potessero ritrovarsi, unire le competenze e smanettare tra marmitte, telai e copertoni. Ne è nato un punto di ritrovo vivace dove organizziamo merende, raduni e serate musicali», racconta Caterina a nome del gruppo, che oggi conta una cinquantina di tesserati.

L’idea di partecipare alla «Crazy Italian Rally» è nata una sera come tante. Ma, neanche a dirlo, ha subito raccolto l’entusiasmo dei presenti.
«Avevamo voglia di fare qualcosa di spericolato tutti assieme e questa corsa faceva al caso nostro: sarà un’avventura pazzesca, un’iniziativa pur sempre amatoriale e goliardica ma contornata da un alone di eroismo», aggiungono, adrenalina già alle stelle, i piloti di «Fbr».

Ad accompagnarli, fornendo loro supporto tecnico e morale, due furgoncini guidati da alcuni amici: «Li seguiremo a debita distanza, assistendoli in caso di guasti meccanici e incoraggiandoli lungo il percorso», sorridono. Percorso che ha il sapore di una vera e propria impresa: dai 1.150 metri di quota di Oropa, ai piedi delle Alpi Biellesi, ai 1.346 metri di Castel del Monte, località abruzzese all’ombra del Gran Sasso, ci sono mille chilometri, cinque valichi da oltrepassare (Cisa, Pradarena, Carnaio, Mandrioli e Cornello) e 60 ore di tempo. Un raid avventuroso, considerando che siamo in pieno inverno e la velocità dei loro fedeli «Ronzinanti» supererà a malapena i 50 km/h, che verrà raccontato anche sulle pagine Facebook e Instagram del gruppo.
«Un grande ringraziamento - concludono gli avventurieri lagarini - va ai sostenitori della truppa: Dogali Burgers, Cooperativa Smart, Associazione Multiverso e Social Catena».

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