Per la Cantina di Ala rendimenti da record ed è tornata l'armonia

di Chiara Zomer

La vendemmia 2019 è praticamente appena finita, ma in cantina ad Ala, naturalmente, i conti si fanno con quella dell’anno precedente. Che è stata ricca. Il risultato, per i soci, è una resa per ettaro che non si era mai raggiunta, in passato, a quelle latitudini: 18.525 euro. E su questa scia la recente assemblea ha visto approvare il bilancio senza scossoni, e confermare i consiglieri uscenti senza mugugni.
In assemblea il presidente Lino Trainotti ha ovviamente portato la situazione della cantina, dal punto di vista contabile. E per il momento, nella cooperativa consorziata con Mezzacorona, la situazione patrimoniale è di quelle da lasciar dormire tranquilli la notte. Nel 2018 la vendemmia è stata ricca, dal punto di vista della quantità: 75 mila ettari di uve conferite, decisamente più di quanto previsto, e assolutamente di più di quanto raccolto l’anno precedente. Ma la vendemmia ricca è stata una caratteristica di tutti i territori. Il risultato, su molti mercati, è stato un crollo sul fronte dei prezzi. La cantina di Ala ha potuto limitare al minimo questo problema. Risultato: il pagamento medio al quintale è stato di 112 euro, in flessione lieve, rispetto all’anno precedente; la compensazione con la quantità, ha fatto sì che si toccasse il record di resa per quintale. Merito, osserva il presidente Trainotti, delle sinergie di gruppo: «Questo risultato è stato possibile soprattutto grazie al lavoro del gruppo Mezzacorona, forte sul piano del marketing e dell’esportazione, soprattutto negli Stati Uniti. Merito di Mezzacorona e del braccio oerativo di Nosio, di cui noi siamo soci. L’inserimento nel gruppo permette anche di ridurre i costi sia di produzione sia di acquisto».
Ecco come si arriva ad una situazione patrimoniale molto incoraggiante. Il fatturato è salito a quota 11.418.093 euro, l’utile netto è di 43.232, mentre il patrimonio è di 3.377.409 euro. A ciò si aggiunga l’indebitamento minimo: poco più di 500 mila euro, il 4,4% del fatturato. La solidità, insomma, è un dato oggettivo. E questo nonostante i grandi investimenti degli anni scorsi - l’ultimo in ordine di tempo quello sul deputarore. Ora la cooperativa può godersi la struttura, ormai efficiente: «Adesso ci concentriamo sulla manutenzione» osserva Trainotti, che tuttavia cerca di coinvolgere il più possibile i soci: «Io credo che siano importanti i dati finanziari, ma lo siano anche le relazioni tra i soci - spiega - l’armonia della compagine sociale è altrettanto importante». Lo ha ribadito anche all’assemblea, dove sono intervenuti il presidente Luca Rigotti e il direttore generale Francesco Giovannini, del Gruppo Mezzacorona, così come ha partecipato il direttore di Nosio Stefano Fambri. Confermati, inoltre, i consiglieri uscenti: Alberto Campostrini, Fabrizio Cavagna e Alessandro Simonini.
Archiviata l’annata, ci si concerta sulla vendemmia 2019: «Dal punto di vista qualitativo, direi è stata eccellente spiega Trainotti - la quantità è stata minore anche a quanto previsto, siamo al 20% in meno. Eravamo preoccupati per un clima non facile, caldo e umido, che ha fatto crescere grappoli meno pesanti. Inoltre la pioggia di agosto ha favorito l’insorgenza del marciume acido. Ma abbiamo anticipato la vendemmia e siamo riusciti a risolvere».

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