E' un coro di no alla Valdastico Alla "balotazione" più del 50% dei cittadini delle Valli del Leno

di Tommaso Gasperotti

Che vincesse il no era nell’aria. Ma che si riuscisse a superare l’affluenza del 50% sui tre Comuni - 2.899 gli aventi diritto (604 a Terragnolo, 1.140 in Vallarsa e 1.155 a Trambileno) - non era scontato: si è raggiunto il 54,6%. Le Valli del Leno, chiamate ieri ad esprimersi sulla Valdastico attraverso l’antico sistema della “balotazione”, non hanno avuto dubbi: alle 19, ora di chiusura dei seggi, le urne erano piene zeppe di palline nere 1476: circa il 90%, contro le 106 bianche. Un voto che, seppur simbolico, indirizza a Fugatti e giunta un chiaro segnale popolare: qui la Valdastico non la vogliono.

A Terragnolo, la maggiore affluenza: il 71,5% (432 su 604 aventi diritto). Su e su, appese alle finestre e ai balconi della case, tanti cartelli e lenzuola con la scritta No A31. A Piazza, avvolta da una pioggia incessante, un via vai di persone all’unico seggio della valle: a ciascun elettore una pallina nera, per esprimere il proprio no all’opera, e una bianca per il sì. «Verso le 7 - racconta il sindaco Lorenzo Galletti, tra i primi a recarsi alle urne - c’era già qualcuno che aspettava fuori dal seggio. Un flusso continuo: molta più gente di quella che si vede normalmente alle elezioni». E anche se il tempo non invogliava ad uscire di casa, in molti si sono organizzati, accompagnando a votare i più anziani. Da tutte e 33 le frazioni della valle. Don Eugenio Cornella, 90 anni, che si era già espresso contrariamente all’autostrada, esce dal seggio. Votato bene? «Credo di sì», sorride. Sul sagrato della chiesa, intanto, alcuni parrocchiani caricano gli altoparlanti su un’auto: «Passiamo frazione per frazione per ricordare di recarsi a votare: ne vale il futuro della nostra valle». «La Lega alle ultime provinciali ed europee è stato il primo partito un po’ dappertutto. E forse vincerebbe ancora se si andasse a votare - commentano fuori dal bar “della Nadia” alcuni residenti - Ma la Valdastico è un tema a parte. Fugatti da queste parti non si è mai visto altrimenti capirebbe l’assurdità del progetto: realizzarlo vorrebbe dire devastare un intero territorio, sorgenti comprese. Ma purtroppo, sembra più attento a ciò che dicono il Veneto e Zaia, che al volere della popolazione: speriamo che questo voto, seppur simbolico, serva a farci ascoltare». Franco Sannicolò, maestro del coro «La Valle», non ha dubbi: «Il suono del torrente Leno oggi si sente da una parte all’altra della valle: è musica.

Il passaggio dell’autostrada devasterebbe queste valli e farebbe scappare tutti. La gente sceglie di vivere qui perché cerca tranquillità e natura, ritmi diversi». «Mi si spezza il cuore solo al pensiero che questa valle venga rovinata: noi giovani - aggiunge Elisa, che è tornata a Terragnolo apposta per “la balotazione” - proviamo un amore troppo grande per questi luoghi. Spero prevalga il buon senso».

Nella vicina Vallarsa, 42 frazioni disseminate all’ombra delle Piccole Dolomiti, è un coro di no. Qui, nei due seggi, di Sant’Anna e Parrocchia, ha votato il 53,1% degli aventi diritto (605 su 1.140). Alle scorse europee l’affluenza era stata del 45,84%. «Abbiamo superato quel dato: una bella risposta da parte della popolazione a cui abbiamo chiesto semplicemente di esprimersi su un tema specifico. Ovviamente ci aspettavamo che a Terragnolo, il territorio che verrebbe più toccato dall’opera, l’affluenza sarebbe stata più alta - commenta in serata il sindaco di Vallarsa Massimo Plazzer, accorso con i vigili del fuoco a chiudere la Strada del Postel per uno smottamento - ma, visto anche il tempo, possiamo essere soddisfatti del risultato: la comunità ha risposto presente».

Nei due seggi di Trambileno, allestiti ai Moscheri e alle Porte, l’affluenza minore: 47,4% (547 su 1.155). Ma il sindaco Franco Vigagni vede il bicchiere mezzo pieno: «La soddisfazione maggiore è stata quella di aver superato il quorum del 30% che ci eravamo dati affinché la consultazione fosse ritenuta valida. Ma anche quella di essere riusciti a organizzare tutti assieme una consultazione popolare così ben strutturata e su base volontaria: tutto è filato liscio. Unica pecca: il tempo, che non ha motivato tutti ad uscire di casa, specie in territori così frazionati come i nostri».

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