Mori piange Fiorenzo Marzari «Colomba» della Lega

di Denise Rocca

La Lega di Mori ha perso la sua guida storica, il comune di Mori ha perso il suo presidente del consiglio: Fiorenzo Marzari è scomparso nella serata di sabato, colpito da un infarto che non gli ha lasciato scampo. È stata la compagna di Marzari ad allertare il 112, sabato verso le 21: la coppia era assieme,  nella propria abitazione di Mori Vecchio, quando Fiorenzo si è sentito male. L’elicottero è arrivato in pochi minuti e i sanitari sono stati accompagnati dai vigili del fuoco locali, ma nulla hanno potuto fare: per mezz’ora i soccorritori hanno cercato di far tornare a battere quel cuore che lo ha abbandonato alla soglia dei 64 anni, ma ogni tentativo è stato inutile. Lascia la compagna e un figlio. E una comunità intera da cui era rispettato.
Proprio la prossima settimana, il 17 ottobre, sarebbe stato il suo compleanno e aveva deciso di festeggiarlo al gazebo, in piazza, con i militanti storici e la gente di Mori. Immediatamente è stato allertato anche il sindaco Stefano Barozzi, che è accorso sul posto e ha sperato, con tutti i presenti, che i medici compissero il miracolo. È stato lui ad avvertire, già nella serata di sabato, il presidente Maurizio Fugatti dell’accaduto.

La voce si è sparsa velocemente nella borgata, nell’abitazione di via della Capitania sono accorsi il figlio Nicola, il fratello, i membri di giunta, qualche consigliere, i compagni di partito della Lega, tutti increduli davanti ad una scomparsa così improvvisa.
Da pochi giorni Marzari aveva raggiunto il traguardo dei tre anni da presidente del consiglio moriano, rispettato da tutti gli schieramenti per il suo equilibrio nella gestione delle sedute e delle delicate dinamiche amministrative e politiche locali. Questo è stato l’unico ruolo istituzionale ricoperto in una vita assiduamente dedicata alla politica e alla Lega fin dagli anni Novanta. Per lui anche un buon risultato alle elezioni provinciali, quando per poco non era riuscito ad entrare in consiglio.
È al partito fondato da Umberto Bossi che aveva aderito Marzari nel 1994: convintamente, fin dall’inizio, quando le goliardie del partito facevano sorridere in tanti e pochi erano coloro che la Lega la prendevano sul serio. Fiorenzo Marzari condivideva l’idea del federalismo, con la Lega è nato politicamente e di cambiare bandiera non gli è mai nemmeno passato per la testa: la coerenza politica era un suo grande vanto e una caratteristica che gli viene oggi riconosciuta trasversalmente da amici e avversari politici. Con la Lega di Bossi Marzari è cresciuto, ha abbracciato poi il cambiamento che Salvini ha portato nel partito: oggi era un fedelissimo del “Capitano” che a sua volta, quando passava in Trentino, non mancava mai di fermarsi a Mori: «Salvini ha Mori Vecio nel cuore - raccontava, con grande orgoglio Marzari, solo qualche giorno fa - quando passa di qui viene sempre a trovarci e la Lega di Mori sta diventando un riferimento per la Vallagarina». E infatti ieri Salvini l’ha salutato su facebook con parole d’affetto: «Addio Fiorenzo, amico, leghista, trentino. Aiuta la tua gente anche da Lassù, mi berrò un bicchiere di Mori Vecio alla tua salute e in tua memoria».

Solo venerdì raccontava, entusiasta, dei 4 pulmini già prenotati per andare tutti a Roma e del boom delle iscrizioni della sua Lega all’ultimo gazebo in piazza Cal di Ponte: «Abbiamo addirittura finito i moduli per il tesseramento - spiegava - non ho mai visto un entusiasmo del genere, la gente ha capito che lavoriamo bene e noi andiamo avanti».

A chi dava per scontato che fosse il prossimo candidato sindaco in questo momento d’oro per la Lega e alla luce dei suoi lunghi anni di militanza lui rispondeva sempre «vedremo, intanto pensiamo al programma». Politicamente era un bel momento per Marzari: dopo tanti anni nei quali a Pontida ci era andato da solo con le sue convinzioni e i suoi ideali ben saldi - non aveva mai mancato un appuntamento - era arrivato il momento in cui governare non era più un’utopia: alla Ganzega di Mori, domenica scorsa, è lui ad aver fatto da Cicerone al presidente della Provincia Maurizio Fugatti e all’assessore Mirko Bisesti, accompagnandoli nella festa più cara ai moriani.

La Lega è stata la sua passione, ma non tutta la sua vita. C’era la sua famiglia, a cui era molto legato. E il lavoro: l’autofficina in via del Garda: per 15 anni è stato presidente degli autoriparatori della Vallagarina e, anche se era in pensione, dall’officina non riusciva a stare lontano. Chi gli voleva parlare, tuttora andava direttamente lì: la gente faceva la spola, perché portare avanti la sezione locale della Lega, occuparsi della politica e dell’amministrazione di Mori che amava tantissimo, erano un’occupazione alla quale Marzari si dedicava ormai a tempo pieno. Sempre con pacatezza nelle discussioni e attenta accoglienza delle istanze dei cittadini. Così i moriani lo ricordano oggi: cordiale, schietto, onesto e leghista.

I funerali domani alle 14.30 nella chiesa arcipretale.

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