A Lizzana è tornata la puzza E col caldo è emergenza

di Enrico De Rosa

Sembrava finito fra i brutti ricordi il problema della puzza a Lizzana. Invece i residenti sono ripiombati nell'incubo del cattivo odore e delle finestre serrate anche nelle afose sere d'estate, pur di evitare di far entrare in casa un odore insopportabile. Su questo problema hanno trovato piena concordia i consiglieri della circoscrizione nella riunione dell'altro giorno, in cui è stato votato all'unanimità un documento che chiede alla giunta di Francesco Valduga e all'Appa di muovere i passi necessari per affrontare una questione annosa, che si è ripresentata in forme nuove.

Ha spiegato il presidente della circoscrizione Gianluca Bottesi : «Nella seduta dell'altra sera, il consigliere Luca Vicentini è intervenuto per sottolineare come il problema della puzza proveniente dallo stabilimento Sandoz-Novartis è tornato in modo prepotente, creando forti disagi nella popolazione». Di concerto l'amministrazione non ha perso tempo, avviando i primi passi per vederci chiaro.
Ha fatto il punto della situazione l'assessore all'ambiente Carlo Plotegher : «Abbiamo già scritto al museo civico per avere tutti i dati oggettivi rilevati dal naso elettronico, assieme a quelli forniti dai segnalatori. In un secondo momento, scriveremo all'Appa, inviando i dati e le segnalazioni per certificare la recrudescenza del fenomeno».

L'unica novità starebbe, a giudicare da quanto hanno detto i consiglieri circoscrizionali, in una diversa sfumatura rispetto all'odore che per anni ha ammorbato la vita dei residenti a Lizzana, Ma l'intensità e il fastidio che reca sarebbero immutati. Le primissime segnalazioni risalirebbero agli inizi di maggio.

Come si ricorderà, l'amministrazione Valduga all'indomani del suo insediamento, nell'autunno del 2015 mosse i primi passi per affrontare e risolvere in modo radicale il disagio della popolazione in due direzioni. Da una parte intervenne presso la Provincia, chiedendo che fossero fornite le linee guida normative per poter inquadrare il problema sul piano giuridico. Dall'altra parte, in collaborazione con il Museo civico, il Comune acquistò, per una cifra superiore ai 100mila euro, uno strumento di rilevazione scientifica, il cosiddetto "naso elettronico", che con i suoi sensori poteva segnalare e analizzare la presenza di sostanze odorigene. Non solo, allestì anche una squadra di "segnalatori umani" in grado di portare ulteriori elementi di conoscenza della qualità dell'aria a Lizzana. È poi storia più recente l'ammissione da parte della multinazionale Sandoz, poi divenuta Novartis, di una responsabilità nelle emissioni, che portò all'investimento di un milione di euro per bonificare una parte dell'impianto chimico e per coprire con un materiale speciale alcune vasche colme di materiale di smaltimento.

Per questo, nel corso dello scorso anno era sembrato che il cattivo odore fosse definitivamente scomparso, salvo sporadici episodi segnalati dalla stessa multinazionale Novartis. Però, oggi la situazione farebbe pensare a un brusco salto all'indietro.
Ha concluso l'assessore Plotegher: «Con Novartis abbiamo sempre tenuto relazioni stabili per segnalare quello che avveniva. Decideremo se fare con l'Appa un'altra conferenza dei servizi per intraprendere altre azioni».

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