Domani viene ordinato un nuovo diacono: sposato, con figli

Sarà festa domenica, solennità della Purificazione di Maria, nella chiesa parrocchiale di Volano. L’arcivescovo Lauro Tisi ordinerà diacono permanente Fabio Chiari, 51 anni, fisioterapista, sposato con Sonia e padre di due figli di 14 e 11 anni.

«Cosa sei, un prete sposato o un mezzo prete?» si è sentito chiedere da chi non conosce questa figura, sempre più strategica nell’organizzazione della Chiesa. «A me piace rispondere che un diacono è una persona che vive nel mondo ma con un piede nella Chiesa» spiega Fabio Chiari, raccontando del suo percorso cominciato oltre cinque anni fa.
Il diaconato è un grado del sacramento dell’Ordine. Gli altri due sono il presbiterato (sacerdoti) e l’episcopato (vescovi). Può costituire una tappa intermedia verso il sacerdozio (come per i seminaristi) o assumere la forma di «diaconato permanente», con il compito di «servizio» nella vita liturgica, pastorale e nelle opere sociali e caritative. Nella diocesi di Trento ce ne sono 27.
Com’è nata questa vocazione per lei?
Tutta ?colpa? di un amico che ho conosciuto a Brescia, dove sono cresciuto, a 16 anni. Allora non era ancora sacerdote, ma poi è diventato il mio padre spirituale. È stato lui a spingermi verso questo cammino che poi ho iniziato con don Giulio Viviani, il nostro responsabile.

Mi diceva «ti vedrei bene con quel ruolo». Ci abbiamo riflettuto, abbiamo pregato ed ora ci provo.
L’ordinazione dei prossimi giorni conclude un lungo percorso. Ho frequentato per tre anni la scuola di formazione teologica e dopo il lettorato (l’autorizzazione a proclamare la parola di Dio), l’Accolitato (il servizio alla mensa dell’altare) ed ora il diaconato.

Lei è sposato con Sonia e avete due figli: cosa dice la sua famiglia di questa scelta non certo comune?
Con mia moglie è stata una scelta che abbiamo condiviso fin dall’inizio. Se non fosse stata d’accordo non avrei mai potuto iniziare questo percorso, perché la mia prima vocazione è quella di essere un marito ed un padre. Con i figli ne parliamo e se la cosa dovesse creare imbarazzo non avrei problemi a svolgere questo servizio altrove, perché posso capire che alla loro età non sia facile vedere il papà sull’altare con la tunica.

Don Cosma Tomasini, parroco di Volano, è felice di accoglierla nella comunità, dove per altro è sempre stato attivo?
Certo, lui è felicissimo di quest’ordinazione anche per ché il suo impegno è davvero grande. Io mi sono trasferito qui con la mia famiglia dieci ani fa e, come altrove, abbiamo sempre cercato di servire con la catechesi, i gruppi fidanzati ed altro.
Sa già quale ruolo avrà da diacono?
Il diacono risponde al vescovo, è soltanto lui che impone le mani nell’ordinazione, quindi è lui che dovrebbe affidarmi un mandato. Credo comunque che sarò d’aiuto ai parroci della zona.
Riesce a conciliare questo impegno con la famiglia?
Alcuni anni fa, d’accordo con mia moglie che ha un lavoro impegnativo, io ho chiuso lo studio da fisioterapista per poter seguire i nostri figli. Riprenderò a lavorare quando saranno grandi, ma anche nell’impegno di diacono devo trovare un giusto equilibrio con le esigenze della mia famiglia.
Coltiva anche qualche passione?
Sì, un po’ come tutti mi piace andare a camminare e ad arrampicare con mio figlio. Mi piace muovermi, ancora di più tra queste montagne.

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