Omicidio di Folgaria dopo 5 ore di minacce

Una vicenda, quella di Costa di Folgaria sfociata in omicidio-suicidio, con due morti e una donna (madre e moglie) distrutta. Ad uccidere Alessandro Pighetti, 31 anni, è stato un solo colpo, risultato mortale, sparato dal balcone al secondo piano del villino al civico 135 di via Maffei, la strada principale che attraversa la frazione folgaretana prima di salire a passo Sommo.

Il giovane - figliastro di Massimo Toller, il sessantenne disoccupato che abbracciava il fucile con tanta rabbia in corpo (alimentata dall'alcol) da diventare furia assassina - aveva disarmato il patrigno togliendogli di mano la pistola che gli aveva puntato contro. L'arma, consegnata alla madre Renata Pighetti, è stata poi riposta dalla donna nel cruscotto della Ford Fiesta parcheggiata davanti a casa. L'intenzione era quella di scendere a Folgaria per denunciare l'uomo ai carabinieri. Ma Alessandro, che aveva subito l'ennesima sfuriata del marito della mamma, ha pensato bene di tornare sui suoi passi, rincasare e cercare di far ragionare il familiare. Che, per tutta risposta, l'ha mandato al diavolo e, mentre madre e figlio si allontanavano, si è riarmato abbracciando un fucile e sparando un colpo dal balcone centrando il giovane in faccia, tra la mascella e lo zigomo. Un colpo, come detto, mortale ma la forza di volontà, e il rischio che il patrigno potesse uccidere la madre, ha spinto Pighetti su per le scale, nel vano tentativo di togliere dalle mani di Toller il fucile. Entrato nell'appartamento, però, si è accasciato sul pavimento della cucina, morendo dissanguato.


Quanto successo venerdì sera è l'epilogo di anni di incomprensioni e aggressioni, solo verbali però, senza violenza o mani alzate, come ha precisato ieri il sostituto procuratore Fabrizio De Angelis che si occupa del caso. Un caso che comunque, di fatto, è già chiuso. Al di là dei dettagli, la dinamica è chiara e l'unico superstite è Renata Pighetti che è riuscita a scappare. La donna, ancora in stato di choc, è ricoverata all'ospedale Santa Chiara di Trento e quando si riprenderà sarà sentita dal pubblico ministero e dai carabinieri. Ma potrà aggiungere solo tristi aneddoti di un tran tran familiare condito da beghe continue tra il marito e il figliastro spesso alimentate dall'alcol. Che venerdì è diventato istigatore di morte, armato da una pistola e da un fucile detenuti illegalmente. 
Per la procura, come detto, la dinamica è talmente limpida che non sarà disposta l'autopsia.

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