Le mense scolastiche ai raggi X

Le mense scolastiche della Vallagarina saranno passate al microscopio per scongiurare la presenza anche di un solo microbo. In realtà da tempo i refettori che accolgono gli scolari nelle scuole del comprensorio sono ai vertici delle classifiche per eccellenza. Ma abbassare la guardia non va mai bene. E così, per mantenere standard da premio (opportunamente certificati da un’agenzia esterna), la Comunità di Valle ha deciso di affidare alla società Sial l’incarico per la verifica dei sistemi di autocontrollo nelle proprie mense. Che finiranno sotto la lente d’ingrandimento in ogni ambito, dal cibo al modo di servire in tavola, dalla pulizia alla cortesia. Gli incaricati (che percepiranno circa 18 mila euro all’anno) dovranno eseguire check up completi sui prodotti (sia finiti che le materie prime), considerare l’eventuale rischio igienico e ispezionare i locali dove si somministrano i pasti. L’obiettivo, chiaramente, è garantire gli utenti sulla qualità di prodotto e di servizio erogato allo scopo di razionalizzare ed ottimizzare i processi operativi. «La necessità di affidare ad una ditta specializzata la valutazione del servizio è derivata anche dall’importanza di fornire risposte e sicurezze necessarie per la conduzione e il controllo del servizio ristorazione», confermano in via Tommaseo.  
I numeri di chi usufruisce delle mense, d’altro canto, sono in continua crescita. I ragazzi che le affollano sono oltre 12 mila, un aumento dovuto all’applicazione della settimana corta negli istituti superiori che ha portato a 456 studenti in più del Fontana, più di 200 del liceo Rosmini. In sostanza sono circa un migliaio in più i giovani che si servono del servizio mensa per la prima volta. Solo gli alunni di elementari e medie, invece, sono 7 mila. Ogni scuola ha una propria mensa di riferimento e in tutto sono 29 di cui 26 con una cucina interna. E come ogni anno il menù è stato studiato per essere consono ai principi che da un paio di lustri distinguono il servizio: qualità delle materie prime, preferenza al biologico, filiera corta, consulenza dietistica, continui controlli. Senza dimenticarsi delle pesature nell’ottica di eliminare possibili sprechi e attivando i circuiti solidali per le eccedenze. 
La Comunità di Valle, inoltre, ogni anno redige un calendario con il menù giornaliero che è visibile anche attraverso l’apposita app Meetsfood per Smartphone. Sempre online, e dunque a portata di clic, si può conoscere il proprio credito residuo e verificare l’elenco dei pasti consumati. Massima attenzione viene data a come si cucina: le tecniche utilizzate per la cottura sono in acqua, a vapore, brasata o al forno. Non si utilizzano poi la frittura, la griglia e il forno a microonde. Biologici anche i prodotti come pasta, riso, farina bianca, farina gialla, polpa di pomodoro, aceto di mela, legumi secchi e piselli surgelati. Lo stesso vale per burro, latte, ricotta e mozzarella e i prodotti lattieri caseari sono rigorosamente locali. Il sale viene adoperato con moderazione e per insaporire si utilizzano aromi freschi e non il dado. Per cuocere e condire, infine, si adopera solo l’olio extravergine d’oliva. 
E sempre in tema di sensibilità ambientale nelle mense si utilizzano tovagliette, tovaglioli e rotoloni in Fiberpack, un materiale ottenuto dal riciclo delle fibre di cellulosa presenti nei cartoni per bevande, in tal modo si contribuisce ogni anno a recuperare 128 mila cartoni tetrapack, salvare 60 alberi e evitare l’emissione di 3.368 chili di Co2
Prosegue dunque l’attività di sensibilità all’ambiente e di educazione alimentare della Comunità della Vallagarina che lo scorso anno ha erogato ben un milione di pasti

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