Degustando l'Oltresommo, l'altopiano che ci crede

«Meglio di così non poteva andare, è stato un grande successo del volontariato, l’esaltazione della capacità organizzativa dell’Oltresommo», rimarcano,  Stefano Marzari Bac e Simone Cuel due dei grandi tessitori della manifestazione. Degustando l’Oltresommo , evento a cavallo tra lo sport, la gastronomia e il turismo, ha vivacizzato l'altopiano domenica scorsa. Era appena finito, e l'entusiasmo era evidente. Un tratto del tracciato nella sua parte prettamente «cimbra» si snoda lungo il letto  dell’Astach (torrente Astico), ne asseconda le anse. «Una cosa meravigliosa, noi veniamo da Milano», dice una  signora. «Tutto al posto giusto, ristori eccezionali, un percorso adatto alle famiglie, ai bambini è una vera aula didattica all’aperto», gli fa eco un gruppo di partecipanti veneti. Si è partiti dal cuore di San Sebastiano, raccolti nella bomboniera del paese, si è rivissuta con Giancarlo Cuel, vecchio pastore cimbro, l’epopea della pastorizia che ha caratterizzato questo villaggio subito dopo la seconda guerra mondiale, si è scesi a Maso Guez accolti da decine di caprette nane, per lo spettacolo ed il divertimento dei bambini. Tezzeli ha aperto le porte del bosco, della segheria veneziana, il paese è rimasto quello di una volta tra sussurri e racconti, ecco all’orizzonte «el bait del Laimer», gioco di luci, prima scendere a Liberi e Cueli, dove il ticchettio della macina ci ricorda che siamo in uno dei più suggestivi ed antichi mulini dell’arco alpino. Il viaggio prosegue, si ascolta il vibrar delle foglie, il ciak del bosco, il scendere impetuoso dei ruscelli, le acque dell’Astico che dribblano i sassi lisi a tal punto da sembrare palline da golf. Le rocce entrano ed escono dal sentiero, il sito preistorico della Cogola avvolge l’immaginario e ci  ricorda Carbonare, tredicimila anni fa da  qui passavano i cacciatori di un mondo scomparso. «Storia e cultura, ambiente e  colori diversi, si associano. La camminata è favolosa, avete un territorio davvero suggestivo», osservano i «Laor», gruppo di bolognesi saliti in quota appositamente per partecipare alla Degustando. Prà di Sopra è la terra degli Oberbizer, tenaci, forti e compatti. 
Lo spettacolo abita qui, in questo  paesino difeso dalla montagna. Nosellari offre uno spaccato unico, i camosci che pascolano, le trincee, la solidarietà, ed anche un ottima zuppa di porri. Qui c’è la grande festa per salutare chi arriva, si sente la musica dagli altoparlanti, l’accavallarsi di discorsi un po’ impegnati ed un po’ così e così. Nosellari è la terra del buon cuore. La Degustando 2018 ha chiuso i battenti, ed ha lanciato un segnale a tutta questa parte di territorio, quello di stare uniti, di pensare in grande, di progettare, pur tra le difficoltà, un briciolo di futuro. I giovani si sono messi in cammino, speriamo abbiano buone gambe e buone scarpe. Complimenti agli organizzatori e a tutti i collaboratori. 

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