Softair vietato sul Baldo? «Ma il calcio è più violento»

Il «softair» non è una caricatura della guerra, al contrario è uno sport nobilissimo «forse l’unico, basato sulla reciproca correttezza; il calcio, per esempio, è uno sport di gran lunga più violento». Ad affermarlo, rispondendo apertamente all’assessore alla Cultura di Brentonico, Quinto Canali , che nei giorni scorsi aveva chiesto uno stop ai «war games» simulati sul Monte Baldo, è la pasionaria autonomista lagarina Francesca Aprone ( nelle foto: in borghese e in mimetica ), segretaria politica del Patt di Ala; che questa volta, però, per un attimo smette i panni della politica d’assalto e si presenta come appassionata degli assalti simulati con armi giocattolo e dei combattimenti in divisa tattica fra boschi, vecchie trincee e antichi fortini.


Aprone, ormai, è una veterana di questo sport e rifiuta anche la sola idea della sovrapposizione fra la sua disciplina sportiva preferita e i giochi di guerra: «Non si tratta di scimmiottare la guerra. Il tiro tattico sportivo è uno sport di squadra contaminato da molte altre discipline sportive come l’orienteering o il trekking e si mescola al gioco di ruolo». L’assessore dell’altopiano aveva chiesto al Commissario del Governo - la sua mozione dovrà prima essere approvata dal Consiglio comunale nei prossimi giorni - di vietare il softair sul Baldo, perché incompatibile con la sua memoria storica (fu teatro martoriato della prima guerra mondiale) e con il suo profilo paesaggistico. Ma la pasionaria lagarina in divisa tattica replica: «Nel softair una delle regole principali è il divieto assoluto del contatto fisico. Il softair rifugge da qualsiasi velleità di tipo militaristico». E l’abbigliamento e le armi, tutto fa pensare alla guerra, o no? «L’uso delle mimetiche è funzionale al gioco: se l’abbigliamento non fosse mimetico il gioco finirebbe subito. Non esistono armi nel softair, ma repliche funzionanti a batterie e caricate con pallini biodegradabili. Nel nostro territorio, tra l’altro, usiamo pallini color verde, in modo da non essere esteticamente impattanti».


L’assessore brentegano, tuttavia, sottolinea anche l’incompatibilità ambientale di questa disciplina sportiva. E Aprone replica: «Il softair è un gioco silenzioso, chi lo pratica rispetta il bosco e le sue caratteristiche, le nostre armi replicate hanno un suono assolutamente non impattante. Molto spesso ripuliamo il bosco dalle cartacce e dai rifiuti che troviamo, questo proprio perché siamo persone rispettose dell’ambiente e di chi lo vive». E quindi? Quindi Francesca Aprone suggerisce all’amministrazione di lasciar cadere la proposta dell’assessore alla Cultura e anzi rilancia: «Consiglio l’assessore allo Sport di Brentonico di promuovere il softair: credo che in un territorio così ricco di luoghi adatti, questo sport possa persino diventare una risorsa. e alimentare un possibile indotto turistico».

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