Derubato in casa per la terza volta

di Laura Galassi

Tre visite dei ladri in dieci anni, con due fermacravatte rubati nelle ultime due intrusioni.

Giorgio Bozzi, imprenditore trentino, nei giorni scorsi si è ritrovato a fare il bilancio di quella che sembra essere diventata una spiacevole abitudine. Spiacevole, e poco comprensibile, non solo per il modico bottino dei raid, ma soprattutto per la location dove sono avvenuti: Santa Barbara, frazione di Ronzo-Chienis, più di mille metri di altitudine e soli 15 abitanti stabili.

«Questo non è un luogo di passaggio», fa notare con amarezza Bozzi, «uno devi venirci di proposito, dopo esserti sorbito anche i tanti tornanti della provinciale 48».

La scorsa settimana il proprietario della casa in via Monte Rosa, lungo la strada che porta al monte Velo, è stato lontano dal suo paese per sette giorni; al rientro, domenica, l’amara scoperta. «Credo siano entrati giovedì o venerdì scorso, probabilmente la mattina, quando nemmeno la vicina era in casa. A quel punto anche l’abbaiare dei suoi cani è passato inosservato», è la ricostruzione di Giorgio Bozzi.

I ladri sono entrati dalla porta finestra affacciata sul giardino, mandando in frantumi il vetro anti-intrusione. Dopo aver rovistato negli armadi e nei cassetti, se ne sono andati portando con sé solo un fermacravatte di argento. «Dopo i furti del 2008 e del 2012, dove mi avevano sottratto cellulare, orologio e portafoglio, non tengo più nulla in casa», precisa il derubato.

Nell’intrufolarsi in casa, i malviventi si sarebbero feriti, visto che sul vetro e dentro l’abitazione sono state rinvenute tracce di sangue.
Giorgio Bozzi ha sporto denuncia, come fatto anche le altre volte, alla stazione dei carabinieri di Mori. «Visto che viviamo in un posto così isolato, basterebbe una telecamera di sorveglianza sull’unica via di accesso per monitorare chi entra e chi esce. In quel modo ci sentiremmo tutti più sicuri», conclude.

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