«La zanzara tigre si combatte uniti»

L'appello del Museo civico per controllare l'invasione

di Tommaso Gasperotti

Da Avio ad Aldeno prosegue la capillare lotta alla zanzara tigre. Una presenza aliena, prolificata negli anni su tutto il territorio lagarino, che per essere contrastata necessita dell'attenzione di tutti. Questo l'appello che arriva dalla Fondazione Museo Civico che dal 2 maggio ha avviato la nuova campagna di monitoraggio per il 2017. 

«La Vallagarina è l'area trentina a maggior densità di ovitrappole», illustra il presidente del Museo civico di Rovereto Giovanni Laezza , fotografando le azioni di prevenzione e contrasto del fenomeno: sono più di 250 le ovitrappole disseminate nei dieci Comuni coinvolti nel progetto, tre trappole per adulti, 11 giovani operatori e vari operai comunali impegnati settimanalmente nella manutenzione e nella raccolta dei dati e quattro persone messe a disposizione dal Sova (Servizio per il sostegno occupazionale e la valorizzazione ambientale) che aiuteranno nell'opera di contenimento. «Una strategia di controllo capillare - sottolinea l'equipe di lavoro composta da Fabiana Zandonai e Uberto Ferrarese - che permette di presidiare il problema, tenendolo al di sotto della soglia di sopportazione e di pericolo sanitario, e mirare al meglio gli interventi volti ad arginare il fenomeno». 


Questo sul suolo pubblico. Perché su campi e giardini privati dovranno essere i singoli cittadini a collaborare attivamente eliminando tutti i possibili focolai acquatici dove la zanzara tigre depone le uova: sottovasi, caditoie, tombini, secchi e bidoni negli orti. «Solo attraverso una serie di precauzioni virtuose si può infatti rallentare l'infestazione che nel corso dell'estate tende ad aumentare esponenzialmente», rimarca il concetto l'assessore all'ambiente di Rovereto Carlo Plotegher . Nessuna azione di forza dunque - se non i mirati trattamenti antilarvali con pastiglie e prodotti biologici nei luoghi a rischio - ma si punterà in particolar modo sul coinvolgimento e la sensibilizzazione sempre più massiccia delle comunità e delle scuole per limitare lo sviluppo di questa fastidiosa presenza. «Presenza che in Vallagarina è di casa da ormai vent'anni», ha ricordato Laezza.

Era infatti il 1997 quando venne registrata la prima zanzara tigre (Aedes Albopictus), arrivata chissà da dove e annidata nella sacca d'acqua di un copertone nella zona industriale di Rovereto. Da curiosità divenne ben presto un problema. Anche perché dal 2001 le sue tracce vennero rilevate al di fuori del Comune di Rovereto e non solo nel fondovalle. Iniziò così, ancora prima che il fenomeno fosse considerato di interesse sanitario, il monitoraggio a cura del Museo civico, i cui dati oggi sono consultabili online e costantemente aggiornati in tempo reale ( www.zanzara.fondazionemcr.it ). Nel 2016 il 99,21% delle ovitrappole risultò positivo almeno una volta e ognuna di esse, a fine stagione, registrò un numero di uova maggiore di 590, per un totale di 148.361 uova contate nelle 25 settimane di rilevazione, da maggio a ottobre, nei dieci Comuni coinvolti (oltre Rovereto, Aldeno, Ala, Avio, Besenello, Calliano, Volano, Isera, Mori, Villa Lagarina e Volano). In quattro siti critici, inoltre, il controllo non è stato interrotto durante l'inverno per monitorare l'esatta ripresa dell'infestazione.

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