TRENTO. E’ morto Renzo Pasquazzo, un protagonista della vita cittadina degli anni '70, '80, '90 del secolo scorso e primi 2000. Un volontario vero, sempre disponibile a dare una mano, prendersi delle responsabilità nelle molte associazioni dove ha operato con la filosofia del dare se stesso per gli altri. Di lui si ricorda un evento assai originale: «Trago la borsa en l'Ades». Il gesto risale a molti anni fa quando Renzo Pasquazzo raggiunta la pensione dal suo lavoro: era rappresentante della Henkel, chiamò gli amici sul ponte di San Lorenzo e gettò, sotto l'occhio attento dei vigli urbani avvisati dell'evento, la sua borsa da lavoro nel fiume Adige. Un gesto simbolico per chiudere poi con un brindisi la sua carriera lavorativa.

Renzo era un vulcano di idee e nelle associazioni dove ha partecipato si è sempre impegnato con generosità e competenza. Aveva molte passioni, tanti amici ed una splendida famiglia, che adorava: la moglie Marisa, andatasene nel 2021, la figlia Elena e le nipotine Anna e Bianca, i suoi grandi amori. Era legatissimo alla Sosat e al suo Coro del quale aveva fatto parte per molti anni come tenore secondo. Una passione quella per il canto popolare e per la Sosat dove fece parte per molti anni della direzione ed in essa diede vita a tante iniziative.

Era un protagonista il Pasquazzo, ma non amava salire sul palco, stava dietro le quinte, per avendo capacità organizzative straordinarie. Non amava apparire, ma da tutti era riconosciuto come un punto di riferimento. Fra le molte iniziative vanno ricordate le due rassegne corali organizzate dalla Sosat nel 1975 al teatro San Marco e nel 1980 all'Arcivescovile: "Trento una città che canta", nella quale vennero chiamati dalla Sosat, madre della Coralità alpina nella quale nacque nel 1926 il Coro della Sosat, tutti cori della città di Trento ad eseguire un concerto. Apertura con il Coro della Sosat e chiusura con il Coro della Sat. Due eventi nel segno della tradizione corale alpina e dell'identità cittadina.