L’addio ad Antonio Crepaz, “artigiano e artista della moda”
Il suo funerale si è svolto oggi, alle 10, nella chiesa Arcipretale di Cognola. Moltissime le persone che hanno voluto salutare per l’ultima volta lo storico commerciante, morto a 82 anni
TRENTO. Si sono svolti sabato 19 aprile mattina i funerali di Antonio Crepaz, detto "Toni", storico commerciante trentino, «artigiano e artista», titolare della famosa boutique in via Oss Mazzurana insieme all'adorata sorella Mercedes, venuta a mancare cinque anni fa. E’ morto a 82 anni.
La loro attività, aperta agli inizi degli anni Sessanta in pieno centro storico, la "Pietro Crepaz e figli" è rimasta nel cuore di molti, non solo per i gli accessori esclusivi e alla moda, sempre un passo avanti rispetto al tempo. Ma soprattutto per quella coppia «geniale e iconica», rappresentata da fratello e sorella, inseparabili sin dai tempi della bottega in via Roggia Grande.
Avevano soltanto 12 anni, quando iniziarono a lavorare accanto al padre, Pietro, nel laboratorio dove si producevano calzature. Prima era entrata Mercedes poi lui, Antonio. Un'attività che era arrivata ad avere otto operai per la fabbricazione di calzature. Era il 1965 quando decisero di trasferirsi in via Oss Mazzurana, a pochi passi dal Teatro Sociale, dove fecero «il salto di qualità».
Erano gli anni Sessanta e in Italia cominciavano ad affermarsi le grandi industrie e i grandi marchi. I fratelli Crepaz furono in grado di interpretare le esigenze di questa nuova epoca. Sempre accanto al padre, presente nella nuova sede come riparatore, cominciarono a vendere scarpe di fabbrica e di importanti marchi. Di fatto, creando una boutique "in", che si rivolgeva a un target di clientela medio-alto e alle figure di spicco della città.
«A loro modo hanno rivoluzionato e modificato il mercato del tempo - racconta il nipote, Paolo Crepaz - poi hanno unito alle calzature anche l'abbigliamento. Avevano le migliori marche di scarpe sul mercato, come Prada, Rossi, Hermes, Saint Laurent».
Nel 1968 Mercedes e Antonio organizzarono la prima sfilata di moda all'allora Hotel Bristol: «Chiamarono le modelle a Trento per indossare i loro vestiti. Fu spettacolare. La mamma aveva l'intuizione commerciale, lui, con la sua parte creativa, era un artigiano artista». Il negozio aveva chiuso i battenti nel 2006.
Un uomo riservato, ma nel suo mondo un «genio». «Sapeva fare grandi cose con le sue mani. Era un esperto nel materiale riciclato e nell'allestimento delle vetrine. Per un periodo ha creato oggetti di artigianato da vendere al mercatino dei Gaudenti per donare il ricavato ai più bisognosi».
Il cordoglio arriva anche da parte di Gianni Gravante, presidente di Federmoda: «L'ho visto per l'ultima volta la scorsa settimana: era venuto qui in negozio a comprare un ombrello. Ricordo i suoi assortimenti ricercati e gli abiti di livello. È stato un padre storico del commercio trentino. Un uomo equilibrato, che non alzava mai la voce. A nome dell'associazione esprimo le mie condoglianze e vicinanza alla famiglia».