Urbanistica / Le famiglie

Gli sfrattati del bypass ferroviario di Trento se ne vanno: traslochi in corso

Entro venerdì 10 marzo le 40 unità immobiliari acquistate dalla società ferroviaria, 28 abitazioni e 12 locali ad uso commerciale, dovranno essere lasciati liberi a disposizione della società per procedere con l’abbattimento

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di Franco Gottardi

TRENTO. Da giorni nella stretta via Malvasia camion e furgoni delle ditte di traslochi si incrociano e si appostano sotto alle finestre degli espropriati per portare mobili e pacchi nelle nuove abitazioni. Manca una settimana al termine ultimo che Rfi ha lasciato agli inquilini per abbandonare gli alloggi.

Entro venerdì 10 marzo le 40 unità immobiliari acquistate dalla società ferroviaria, 28 abitazioni e 12 locali ad uso commerciale, dovranno essere lasciati liberi a disposizione della società. Che secondo i programmi dovrebbe procedere rapidamente all'abbattimento per poi partire con i lavori preparatori, quelli di scavo degli imbocchi del doppio tunnel dove poi dovranno iniziare a scavare le quattro frese.

In realtà è plausibile pensare che il quartiere verrà raso al suolo un po' più avanti, dopo il mese di giugno, termine che è stato concordato con l'Automobil Club, l'ultimo ad "abbandonare la nave" per traslocare con i propri uffici a Centochiavi, nell'immobile acquistato dalla curia.I privati però avevano concordato con Rfi per il 10 marzo ed a quello dovranno attenersi, anche per non incorrere nelle pesanti penali previste per chi sgarra e non consegna le chiavi in tempo utile.

Dopo le polemiche e le promesse di resistenza ad oltranza dei mesi scorsi in realtà l'accordo è stato raggiunto con tutti i proprietari, e gli inquilini in affitto si sono dovuti adeguare. «Fino alla fine qualcuno aveva tenuto duro - racconta Michela Bonafini, del Comitato di via Brennero, che da mesi aveva invitato alla resistenza - ma poi Rfi ha aumentato le offerte economiche minacciando in alternativa comunque un esproprio che avrebbe penalizzato chi non aderiva. In questo modo hanno disincentivato qualsiasi opposizione».

Bonafini aveva auspicato che almeno la società ferroviaria concedesse più tempo alle famiglie e ai commercianti che devono trovarsi una sistemazione, visto che l'Aci comunque rimarrà fino a giugno, ma così non sarà. «Noi dei vari comitati comunque continueremo a dare battaglia e l'auspicio naturalmente è quello di poter tornare presto, dopo aver ottenuto una modifica del tracciato del bypass ferroviario» promette.

Michele Bottiglieri è col fratello proprietario di cinque dei sei appartamenti di una delle palazzine che verranno abbattute. Fatto l'accordo con Rfi ha comprato casa in via Pietrastretta ma sarà pronta solo a settembre e nel frattempo è costretto a trasferirsi da amici, col problema di trovare una sistemazione anche per il padre 95enne. «Dal punto di vista economico tutto bene - spiega - ma dal punto di vista sociale non è che la partita sia stata gestita benissimo, comunque alla fine riusciamo a cavarcela».

I casi sociali, di famiglie in particolare difficoltà a trovare un'alternativa abitativa, sono stati affrontati con l'aiuto del Comune di Trento e alla fine risolti, assicura l'assessora Chiara Maule: «Avevamo due o tre situazioni difficili e un paio di mesi fa abbiamo tenuto una seduta straordinaria della commissione casa per cercare delle soluzioni che sono state trovate. Da ultimo quella di una famiglia con bambini che era in affitto e a cui abbiamo trovato una sistemazione nella graduatoria straordinaria dell'Itea».

Intanto da settimane sui siti di compravendite private sono comparsi annunci tipo "vendo per demolizione casa per le ferrovie dello stato" con cucine, mobili e perfino le porte di casa. Che tanto anche quelle altrimenti finiranno sotto un bulldozer.

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