Trento / L’iniziativa

Oltre ottocento persone in corteo per l'Ucraina: «Basta alla guerra, senza se e senza ma»

A dare voce ai pensieri è stato il silenzio che ha preso possesso del cuore del capoluogo, lasciando spazio solo alla luce fioca delle candele: un messaggio volutamente intimo, dedicato alle vittime dell’ennesimo conflitto in cui a vincere è l’odio e a perdere è l’intera umanità

IL CORTEO Le silenziose candele e il messaggio di pace 
LE FOTO Alcune immagini della manifestazione pacifica di Trento

TRENTO. A un anno dall’inizio della guerra in Ucraina (24 febbraio 2022), le associazioni trentine sono scese in piazza, in due manifestazioni distinte, per chiedere la pace. Una fiaccolata dal titolo «La pace è la vittoria di cui abbiamo bisogno» è stata organizzata, nell'ambito della mobilitazione lanciata dalla coalizione Europe for peace, dal Forum trentino per la pace, assieme a Acli, Arci, sindacati, Anpi e altre associazioni locali, in piazza del Duomo a Trento.

Più di 800 persone in corteo per la pace in Ucraina: ad illuminare il centro città numerose candele silenziose

A distanza di un anno dall'inizio della guerra in Ucraina, oltre ottocento persone si sono date appuntamento nel cuore di Trento per manifestare e chiedere la pace. «Ci sembra giusto essere in piazza per esprimere solidarietà al popolo ucraino, in un conflitto in cui è chiaro chi è l'aggressore e chi l'aggredito, e per chiedere di iniziare a ragionare su un cessate il fuoco. Ci sembra giusto che a un anno dall'inizio del conflitto ci siano dei seri negoziati di pace e chiediamo che l'Onu istituisca una conferenza di pace, in cui si siedano Ucraina, Russia e tutti gli Stati interessati», ha detto il presidente del Forum trentino per la pace, Massimiliano Pilati. I presenti si sono incamminati, in silenzio, lungo le vie del centro città (Riprese Paolo Pedrotti)

«Ci sembra giusto essere in piazza per esprimere solidarietà al popolo ucraino, in un conflitto in cui è chiaro chi è l'aggressore e chi l'aggredito, e per chiedere di iniziare a ragionare su un cessate il fuoco. Ci sembra giusto che a un anno dall'inizio del conflitto ci siano dei seri negoziati di pace e chiediamo che l'Onu istituisca una conferenza di pace, in cui si siedano Ucraina, Russia e tutti gli Stati interessati», ha detto il presidente del Forum trentino per la pace, Massimiliano Pilati

LE FOTO 

Più di ottocento persone hanno partecipato alla manifestazione nel cuore di Trento per chiedere la pace in Ucraina

A distanza di un anno dall'inizio della guerra in Ucraina, oltre ottocento persone si sono date appuntamento nel cuore di Trento per manifestare e chiedere la pace. «Ci sembra giusto essere in piazza per esprimere solidarietà al popolo ucraino, in un conflitto in cui è chiaro chi è l'aggressore e chi l'aggredito, e per chiedere di iniziare a ragionare su un cessate il fuoco. Ci sembra giusto che a un anno dall'inizio del conflitto ci siano dei seri negoziati di pace e chiediamo che l'Onu istituisca una conferenza di pace, in cui si siedano Ucraina, Russia e tutti gli Stati interessati», ha detto il presidente del Forum trentino per la pace, Massimiliano Pilati. I presenti si sono incamminati, in silenzio, lungo le vie del centro città (Foto: Paolo Pedrotti)

Un'altra manifestazione è stata organizzata, in piazza Cesare Battisti, sempre a Trento, dalle associazioni Liberi Oltre e EUcrainaPiù di 800 persone hanno partecipato al lungo corteo che ha attraversato le vie del centro città, con ritrovo alle ore 17.30. Da parte degli organizzatori nessun veto circa gli striscioni e le bandiere da introdurre, se non il divieto dei simboli di partito. Qualche singolo, ad inizio manifestazione, ha contestato la presenza di alcune bandiere ucraine ma il battibecco si è chiuso in breve tempo. Presenti cittadini, volti del sociale, esponenti politici ma assente la Provincia.

A dare voce ai pensieri è stato il silenzio che ha preso possesso del cuore del capoluogo trentino, lasciando spazio solo alla luce fioca delle candele: un messaggio volutamente intimo e sentito, dedicato alle vittime del conflitto, ai civili innocenti e ai militari costretti a prendere parte nell’ennesima guerra in cui a vincere è l’odio e a perdere è l’intera umanità.

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