Comunità / I dati

La forbice sociale a Trento: i “ricchi” a Villazzano, i “poveri” a Gardolo

I numeri raccolti dall’Ufficio studi e statistica del Comune si riferiscono ai redditi di oltre 80 mila residenti nel capoluogo trentino e riferiti all’anno d’imposta 2020

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di Barbara Goio

TRENTO. Non sono solo numeri: dalle analisi statistiche emerge un quadro preciso che "fotografa" la nostra città. E dal confronto tra circoscrizioni, prendendo in esame i redditi medi del 2020 (finiti nelle dichiarazioni dei redditi del 2021 ed elaborati dall'Ufficio statistica del Comune nel 2022) risulta che tra quello che guadagna chi vive a Villazzano e chi vive a Gardolo, vi è una disparità del 30 per cento, ovvero a respirare l'aria della collina ci sono trentini che guadagnano un terzo in più di chi vive nella valle.

Secondo infatti il "Reddito imponibile medio per circoscrizione di residenza" risulta che è di 29.666 euro annui a Villazzano e 20.079 euro annui a Gardolo. Tanti i motivi di questa disparità, ma il principale è da riferire al costo dell'abitare, che in collina ha raggiunto prezzi proibitivi sia per l'acquisto che per gli affitti.

Se l'imponibile medio è di 24.656 euro, al di sopra di questa linea immaginaria troviamo, oltre a Villazzano (29.666), anche gli abitanti della circoscrizione Argentario (27.325), Povo (26.873) e i due rioni "di valle" S. Giuseppe S. Chiara (26.969) e Oltrefersina (25.183).

Al di sotto del valore medio comunale, oltre a Gardolo (20.079) ci sono Mattarello, Ravina Romagnano, Sardagna, Meano e Bondone, appiattiti sui 22 mila euro (da 22.216 a 22.963). Purtroppo, la gente sta un po' peggio che in passato: rispetto all'anno prima (2019), infatti, tutte le circoscrizioni tranne Ravina Romagnano registrano un calo, anche se contenuto, delle entrate: soprattutto a Meano (-2,6%) e in Centro storico Piedicastello (-2,3%).

VA ricordato che proprio nel 2019, la crisi economica provocata dalla pandemia stava colpendo particolarmente duro. Oltre che in base alla distribuzione geografica, la differenza tra "poveri" e "ricchi" tocca anche alcune macrocategorie che ben caratterizzano la società odierna.

Nel 2020, il reddito imponibile degli uomini è stato di 29.600 euro, mentre quello delle donne è stato di appena 19.787 euro. Si tratta di un divario davvero marcato, e che sembra stabile visto che, confrontandolo con gli anni precedenti, resta sempre molto alto. Si tratta comunque di un dato da tenere presente e da approfondire, proprio per cercare di rimuovere quegli ostacoli che non permettono di giungere ad una parità salariale tra i sessi.

Sempre analizzando i dati, emerge chiaramente che il reddito imponibile medio degli italiani è di 25.723 euro l'anno, mentre per gli stranieri ci si ferma a 12.806 euro l'anno: una bella differenza. Gli stranieri sono circa il 10 per cento del totale: il numero di dichiaranti è infatti di di 76.770 italiani e 6.916 stranieri. Questi ultimi sono inoltre più giovani (età media 39,4 rispetto ai 54,9 anni dei contribuenti italiani) e appartengono a diverse nazionalità.

Se si guarda alla composizione, nel 2020 il gruppo più numeroso di contribuenti stranieri era quello dei rumeni (1.177) seguito da pachistani, albanesi, ucraini, maghrebini e moldavi (503). Per quanto riguarda invece i redditi, i più "ricchi" sono gli albanesi (13.431 euro il reddito medio) quasi a pari merito con i rumeni (13.360 euro) mentre all'ultimo posto, tra i più "poveri" troviamo i cittadini provenienti dal Pakistan (9.487 euro).

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