Fauna / Lo sfratto

Lipu, lo "sfratto" voluto dalla Provincia sarà operativo da gennaio

Sergio Merz, delegato Lipu, è preoccupato: «È una scelta politica. Qui, opera una decina di volontari, età media 30 anni, tutti preparati. Quest’anno abbiamo garantito 1.700 ore di lavoro, ospitando anche tirocinanti delle scuole superiori. L'estate garantiamo l'apertura dalle 8 alle 20 di sera, e anche oltre, perché i chirotteri (pipistrelli) e gli scoiattoli vanno alimentati anche la notte»

SOCCORSO Gli alunni delle medie Degasperi salvano uno sparviere ferito
LA POLEMICA Il Centro tolto alla Lipu: Coppola interroga, Zanotelli risponde
SILENZIO Da due mesi la Provincia non risponde

di Domenico Sartori

TRENTO. Stanno preparando le valigie, al Centro recupero animali selvatici di San Rocco gestito dalla Lipu, la Lega nazionale protezione degli uccelli. Il clima è surreale, gli occhi interrogativi come quelli della femmina di gufo reale da sempre ospite del centro, “docente-educatrice” per i tanti bambini e ragazzi in visita. Perché il centro sul colle a sud di Trento è anche questo: luogo di formazione, aperto alle visite, non solo spazi di cura e riabilitazione di animali feriti, soprattutto avifauna. Occhi interrogativi, perché massima è l'incertezza. E tante domande sono senza risposta.

La Provincia Autonoma di Trento è proprietaria degli immobili: locali ufficio e di ricevimento, sala nidiacei e sala per i rapaci indigenti, tunnel di volo per la riabilitazione, voliere per la cura e voliere didattiche. Oltre 5 mila metri quadri di superficie complessiva. E, come proprietaria, ha dato lo “sfratto” alla Lipu, non rinnovando la convenzione in essere. Dal prossimo primo gennaio 2023, sarà direttamente la Provincia a gestire il Cras. Nessuno, però, sa come.

Punto fermo è il fatto che le due attuali dipendenti part-time, Silvia ed Elisa, potranno continuare il loro lavoro: assunte a tempo determinato, per un anno, con un contratto del settore agricolo: laureate, anni di esperienza alle spalle, hanno agevolmente superato la selezione. Quando ci si separa, è anche una questione di stile, di parlarsi per assicurare il miglior passaggio delle consegne. Ma qui si sa solo che la Provincia della struttura di San Rocco vuole fare un Cras pure per gli ungulati. Anche per questi c'è un vuoto: venuto meno il rapporto con l’Associazione cacciatori trentini che gestiva, a proprie spese, il centro del Casteller, la Provincia non ha più fatto nulla, eccetto il blitz con cui nottetempo, in marzo, ha liberato i caprioli curati nel recinto presso la stazione forestale Paganella.

Sergio Merz, delegato della Lipu, non nasconde la preoccupazione. Lo fa citando la determina con cui, marzo 2018, la Provincia giustificava l'affidarsi alla Lipu: «L'indagine compiuta aveva evidenziato che l'associazione possiede una elevata professionalità non facilmente reperibile, ed offre, per la sua natura di Onlus, le migliori garanzie di efficiente svolgimento e prestazione, a costi non comparabili con quelli che potrebbe offrire un team di professionisti operanti con logiche di mercato. Infatti, in essa, in quanto Ente morale, agisce senza fini di lucro e si avvale nell'esercizio dei suoi compiti statutari dell'apporto di numerosi volontari».

Poi, però, al comando della Provincia è arrivata la Lega (ottobre 2018): «Hanno cominciato a tagliare il comitato faunistico, poi il tavolo di confronto sui grandi carnivori, e la gestione della fauna» dice Merz «è diventata cosa loro e dei cacciatori, escludendo tutti gli altri portatori di interesse. È una scelta politica. Qui, opera una decina di volontari, età media 30 anni, tutti preparati. Quest'anno abbiamo garantito 1.700 ore di lavoro. Qui ospitiamo anche tirocinanti delle scuole superiori. L'estate garantiamo l'apertura dalle 8 alle 20 di sera, e anche oltre, perché i chirotteri (pipistrelli) e gli scoiattoli (da tre anni, la Provincia ha chiesto alla Lipu di accogliere anche i piccoli mammiferi, ndr) vanno alimentati anche la notte. Quando c'è stato l'ultimo sequestro di 200 tordi, due anni fa, eravamo qui in otto».

Ecco la preoccupazione: che l'aspetto burocratico, che la macchinosità della macchina Provincia, non sia in grado di prendersi parimenti cura degli animali. «La differenza è che noi lo facciamo per passione e non per lavoro, il che è tutto dire» considera Merz. Preoccupa anche quanto ha dichiarato l’assessora Giulia Zanotelli in risposta ad una interrogazione: «Con lo stesso budget (90 mila euro di contributo annuo alla Lipu, ndr), la Provincia garantirà un migliore servizio. Vedremo come farà. Noi, nel 2021, ne abbiamo spesi 99 mila, pur con l’apporto dei volontari». Lipu, ovviamente, dovrà cercarsi un’altra sede. Potrebbe essere, in accordo con il Comune di Trento, a Baselga di Bondone.

comments powered by Disqus