Trento / Il caso

Una coppia “ostaggio” della vicina di casa: «Da 5 anni non viviamo più»

Ines Calliari e Mario Divina sono il bersaglio di costanti minacce, offese e danneggiamenti di una donna che vive al piano di sopra

TRENTO. Minacce, anche di morte, danneggiamenti, locali di casa allagati: prevaricazioni che vanno avanti da anni e che stanno rendendo la vita impossibile a Ines Calliari,72 anni e al marito 78enne Mario Divina.

La coppia vive nel proprio appartamento al piano rialzato di un condominio di via Cauriol, a Trento e da anni deve convivere con una situazione da incubo: escrementi gettati sul loro balcone, pentole d'olio contro le finestre, secchiate d'acqua contro il balcone. La signora Ines ha dovuto anche andare al pronto soccorso dopo essere stata colpita da dell'acido che ha rischiato di comprometterle la vista.

Quel che è peggio, come se non bastasse, è che marito e moglie devono convivere con il pressoché perenne allagamento di bagno, parte della camera da letto e parte della cucina.Una situazione di disagio che farebbe impazzire chiunque e che ha purtroppo un'unica responsabile: la vicina di casa, una quarantunenne che vive al piano superiore e che deve convivere con una situazione senza dubbio complicata dato che è seguita dai servizi sociali.

La donna, tuttavia, ha deciso senza alcun reale motivo che i suoi problemi siano dovuti alla coppia, e in particolare alla signora Ines, che dal 2017 vive praticamente in ostaggio della vicina.«A chi mi chiede perché lei ce l'abbia con me, non saprei rispondere. So solo che la convivenza è sempre stata difficoltosa, tra rumori di giorno e di notte e piccoli problemi di convivenza tra condomini. Questioni che avevamo provato a risolvere civilmente ma senza arrivare a una soluzione. Così ho esposto i problemi anche all'assistente sociale che la segue. Da quel momento è stata la fine, lei mi ha preso di mira e non ha più smesso».

Tra il 2017 e oggi si sono ripetuti quasi una trentina di allagamenti: «Lei lascia i rubinetti aperti in casa e fa colare acqua dai nostri soffitti. Quando chiamiamo i vigili del fuoco, si barrica in casa e non apre».

Una situazione pesante di fronte alla quale sono stati allertati carabinieri, polizia, servizi sociali. Ma senza esito. «Nell'agosto scorso a fronte della pesantezza della situazione e a fronte dell'ennesima denuncia che abbiamo presentato nei suoi confronti per atti persecutori, il questore ha emesso a suo carico un ammonimento, ma al momento non è servito». Ines racconta particolari su particolari in lacrime: «Non ce la faccio più, non si può vivere così. L'estate dobbiamo tenere tutto chiuso, perché altrimenti getta acqua o olio o peggio dalle finestre aperte. La nostra bussola delle lettere è spesso spalmata di escrementi, il terrazzo ne è pieno, li butta all'interno o dal piano di sopra, o dal giardino».

Anche nei giorni scorsi, l'ennesimo doppio intervento, da parte di vigili del fuoco permanenti e agenti delle volanti della polizia: «Ma si tratta di interventi che non sono risolutivi. Ora anche i condomini e l'amministratore dello stabile, di fronte al crescendo e all'intensificarsi di problemi che stanno iniziando a riguardare anche altri vicini, si stanno muovendo. Abbiamo chiesto anche aiuto al Comune, all'assessora Maule, al sindaco Ianeselli. Non sappiamo davvero più a chi rivolgerci. Sappiamo solo che siamo prigionieri in casa nostra, senza aver fatto nulla di male. E chiediamo aiuto».

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