Lavori / Opere

Tav: la galleria sotto la Marzola? Collina fragile, «servono analisi approfondite e monitoraggi»

Da San Donà, a Mesiano a Villazzano tutto il versante è a rischio per «deformazioni gravitative lente di versante e superficiali e profonde». Lo dice il Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici, ma come cambierà il progetto attuale?

TRENTO. Sulla circonvallazione ferroviaria c'era un parere del comitato speciale del consiglio superiore dei lavori pubblici arrivato prima che, di fatto, iniziasse il dibattito pubblico. E in quel parere si diceva che la collina di Trento è fragile. Va monitorata. Ne va monitorato l'eventuale scivolamento, sia durante i lavori che in fase di esercizio, va monitorata la situazione idrogeologica.

Va fatta un'analisi di rischio più approfondita di quanto fatto finora. E tutto questo va fatto prima di affidare i lavori e valutando se l'analisi del rischio possa influire sulla tempistica di realizzazione dell'opera. Di più, andava fatta un'analisi della fattibilità tecnico economica di una galleria più in profondità nella roccia - proprio perché soggetta a minor rischio - rispetto a quella prevista da Rfi.

Questo per lo meno si comprende dalla lettura dell'attesa determinazione del comitato speciale del consiglio superiore dei lavori pubblici. Il famoso parere finale, che chiude il procedimento autorizzativo della circonvallazione ferroviaria, lascia più di qualche domanda aperta. Per lo meno, lascia con la sensazione di essersi persi qualche cosa, in questa mega opera, pensata per togliere dalla città il traffico merci su rotaia, una volta che sarà potenziato per effetto del tunnel di base del Brennero. Il parere è un documento complesso, fa riferimento ad una miriade di allegati e relazioni, che a loro volta riportano prescrizioni e pareri.

Impossibile dire a che punto di queste carte - al momento non pubbliche - si inseriscano le prescrizioni del Comune (cameroni, prolungamento e progetto pilota): nei prossimi giorni, è facile prevederlo, sul punto il dibattito sarà acceso, tra palazzo Thun e comitati contrari all'opera. Noi ci limitiamo a dire quel che è chiaramente espresso, nella determinazione 2 del 2022.

Si dice, soprattutto, che si avverte l'«esigenza del pieno rispetto della tempistica di adempimento delle prescrizioni di cui al parere 1/2021 del comitato speciale del consiglio superiore dei lavori pubblici deliberato in data 17/12/2021». E già qui uno si interroga. Perché quel parere - delle cui prescrizioni «era stato chiesto l'adempimento prima della conclusione della conferenza dei servizi» - non è mai stato reso pubblico.

E cosa prevedeva? Si concentrava evidentemente sulla fragilità della collina. E deve aver chiesto di prendere in considerazione un tracciato diverso, perché ora evidenzia che «la prescritta valutazione di tracciati alternativi, che si addentrassero maggiormente all'interno dell'ammasso roccioso, è stata esclusa sulla base di un approccio semplificato, senza una specifica analisi costi - benefici».

Si chiedeva, in quel parere preliminare, ulteriori monitoraggi e analisi. Ma il comitato speciale si attende maggior dettaglio, rispetto ai fenomeni gravitativi del versante, quindi al rischio scivolamento: movimenti superficiali e movimenti molto lenti e profondi. La presenza infatti di discontinuità verticali richiede, secondo i comitato, un approfondimento anche sulla «valutazione delle tempistiche di realizzazione delle gallerie, a causa di possibili interferenze delle discontinuità stesse con il tracciato»

. Il risultato è che serve fare di più: «Alla luce del quadro geologico, geotecnico e geomeccanico fino ad ora accertato, che vede la presenza di deformazioni gravitative lente di versante e superficiali e profonde, anche se queste ultime di modesta entità, con possibili impatti sulla funzionalità gestionale delle gallerie, si ritiene indispensabile mettere a punto, prima dell'affidamento dei lavori, un accurato sistema di monitoraggio, considerato anche l'elevato grado di antropizzazione del versante soprastante lo scavo delle gallerie».

Inclinometri profondi, piezometri per il monitoraggio delle falde e sistemi satellitari: questo chiede il comitato speciale. «Tale monitoraggio deve essere in grado di mettere in evidenza gli impatti dello scavo delle gallerie, al fine di determinare eventuali azioni da applicare in fase esecutiva all'insorgere di difformità tra le condizioni attese e quelle misurate». Inoltre servirà un monitoraggio anche «per i cavi delle gallerie e il piano ferro».

Il progetto a base di gara, infine, deve avere un richiamo a questi temi nel capitolato d'appalto e deve dare conto «di tutte le eventuali incertezze che dovessero essere ancora presenti». Quanto alla sicurezza in galleria, la determinazione ritiene che Rfi abbia ottemperato solo a una delle prescrizioni.

Quindi «prima dell'affidamento del lavori si prescrive di dimostrare l'efficacia delle misure di sicurezza che si intendono adottare in relazione al traffico di merci pericolose». Quanto a Comune e Provincia, la determinazione del comitato speciale fa espresso riferimento solo alla seconda, richiamando la determinazione del 7 luglio 2022 , e alla delibera 327 2022, riguardo al Lavisotto. Ma come detto, ci sono gli allegati. E relazioni, al momento non ancora rese pubbliche.

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