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Scandalo Centro Trilacum, l'ira di Stanchina contro l'Asuc di Vigolo Baselga: «Menzogne, non hanno mai voluto accettare un accordo»

Il vicesindaco di Trento replica a Franceschini: «ore ed ore di riunioni e confronti, con il sindaco Ianeselli, con i tecnici. La verità è che non hanno mai valutato con onestà intellettuale e con rispetto»

di Nicola Maschio

TRENTO. Se l'Asuc di Vigolo Baselga ha puntato il dito, il Comune di Trento non è di certo rimasto a guardare. Anzi, a rispondere «con estrema convinzione e fermezza», come da lui stesso ribadito, è stato il vicesindaco e assessore comunale ai lavori pubblici Roberto Stanchina, che non ha usato troppi giri di parole per ribattere a Flavio Franceschini, presidente dell'Asuc proprietaria del centro sportivo della società Trilacum.

Proprio quest'ultimo è finito al centro di una nuova discussione, dopo che Franceschini - come riportato sull'Adige di ieri - ha sottolineato come il Comune abbia «fatto un passo indietro lo scorso aprile 2022» rispetto alla trattativa per il passaggio del centro sportivo all'Amministrazione e, di contro, la cessione ad Asuc di alcuni terreni di pari superficie localizzati sul monte Bondone.

«Sono arrabbiato conoscendo bene la storia di quel centro e di chi, come il compianto Ernesto Tonina, presidentissimo tutto fare, quei luoghi li ha forgiati con passione, sudore e sacrificio - ha evidenziato Stanchina - Sono inorridito dalle dichiarazioni, non vere, per le quali il mio sindaco Franco Ianeselli abbia fatto promesse in campagna elettorale non mantenute: so bene quanti incontri, quante serate, quante proposte sono state fatte al presidente e all'Asuc dal sindaco in persona, dalla assessora Mariachiara Franzoia e dai numerosi tecnici che da anni sono impegnati inutilmente sulla questione. Ma ahimè, nulla si è mai seriamente valutato e accettato con onestà intellettuale e soprattutto con rispetto al vero bene comune».

Il vicesindaco poi si è concentrato sull'aspetto legale della vicenda, ribadendo: «Non serve il tribunale ancora, serve buon senso e una mano sul cuore, ragionando, capendo che il bene pubblico deve essere pubblico per davvero, come cita la definizione di Asuc, che troppo spesso viene invece ridescritta come proprietà privata».

Stanchina poi fa una precisazione importante rispetto allo stato in cui si trova ora il centro sportivo (abbandonato a sé stesso, con molte erbacce e strutture invecchiate nel tempo) non nascondendo una certa preoccupazione: «Da assessore ai lavori pubblici, dico che più teniamo ferma questa partita e più è alto il rischio di spendere grosse cifre per fare le dovute sistemazioni. Solo il manto per il campo, oggi, costa 350 mila euro. Dico, attenzione: si stanno causando danni economici ad una collettività intera. Il non-utilizzo di questo centro, che una volta era un fiore all'occhiello di tutta la provincia, è un danno sociale enorme. Non possiamo più attendere, il mio è un appello al presidente Franceschini perché si chiuda quanto prima questa vicenda. Quando? Parlerei di settimane, non di più, va stabilito un termine ultimo. Fino ad ora Asuc, la cui dignità e diritto ad essere riconosciuta non è assolutamente in discussione, non ha accettato nessuna delle nostre proposte, che sottolineo essere su base legislativa chiara per valore e valutazioni economiche. Siamo disponibili a fare ulteriori aggiustamenti, non possiamo più tenere ferma questa situazione per colpa di malumori e litigi: se quel centro si degraderà in modo irreparabile, qualcuno dovrà assumersi le proprie responsabilità. Chiudiamo questa vicenda in memoria di chi, come Tonina, ha dedicato la vita al centro sportivo».

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