CIttà / Montagna

Il rifugio Calisio cade a pezzi, gli alpini di Martignano: «Datelo a noi»

Tradizionale ritrovo per il pranzo nei pressi dell’ex struttura, chiusa e abbandonata da molti anni: ci sarebbero anche dei progetti, ma Provincia e Comune non ci sentono. E così – come al Campel – tutti ne parlano ma non cambia mai niente

di Giorgio Battocchio

CALISIO. Il Gruppo alpini di Martignano in collaborazione con il coro Monte Calisio ha organizzato domenica 26 giugno una gita sul Monte Calisio con la preparazione del pranzo presso l'omonimo rifugio.

Se non ci fossero gli Alpini, presieduti da Flavio Piffer, lo storico rifugio Calisio sarebbe ricordato solo dagli escursionisti che si trovano davanti all'edificio quando percorrono la strada forestale che da Montevaccino porta a Villamontagna, da qualche tempo chiusa da un divieto di transito veicolare.

Dal rifugio o si fa dietro front oppure, a proprio rischio, si percorre la "strada de Mez" attualmente chiusa per pericolo frane. Ai frequentatori di quei luoghi non sarà sfuggito che il rifugio (anche se legalmente "rifugio" non lo è mai stato), posto su un meraviglioso belvedere sulla città, versa in stato di indecoroso abbandono e richiede urgenti interventi di ristrutturazione per evitarne il crollo.

Le modalità della gestione del rifugio, che sorge su terreno comunale, negli ultimi 20 anni sono sempre state un problema con risvolti carichi di contenziosi e giudizi del tribunale. Con la scadenza nel 2021 di tutti i contratti tra Comune e i vari gestori ecooperative che si sono succeduti nel tempo ci sarebbe la possibilità di intervenire per ridare vita alla struttura.

Ma il Comune, pur tenendo presente il problema, non sembra per il momento impegnato ad intervenire subendo le critiche dei cittadini quando scoprono il sito abbandonato, soggetto a vandalismi e pericoloso per gli escursionisti.

A dire il vero qualche anno fa sono stati proposti dei progetti.

L'ultimo in ordine di tempo, presentato dai soci della cooperativa Monte Calisio, Andrea Bonvecchio e Nicola Piffer, non ha trovato appoggio né dalla Provincia né dal Comune di Trento. Quest'ultimo però nel 2021 si è dimostrato possibilista per il rilancio di un'eventuale nuova concessione per una gestione che dovrà comunque avvenire tramite bando pubblico e sulla scorta di indispensabili interventi ambientali e strutturali: chiusura della strada di collegamento con Montevaccino (oggi effettuata); realizzazione di una piazzola per l'elicottero; potabilizzazione delle acque adeguatamente filtrate; adeguamento della struttura con servizi di ospitalità notturna anche quando il rifugio è chiuso.

Interventi molto onerosi.

Di fronte alle difficoltà economiche dell'amministrazione comunale, gli alpini lanciano una proposta. «Se il Comune - dice Flavio Piffer - rilasciasse a noi una concessione per un certo numero di anni, com'è avvenuto per altre strutture comunali, ci impegniamo come Gruppo a ristrutturare l'edificio».

La gente presente alla festa era perplessa e mormorava contro gli ostacoli della burocrazia. Non accetta poi che i due cosiddetti "rifugi" - Calisio e Campel di Villamontagna - siano inagibili e non siano valorizzati a beneficio anche di tutta la città di Trento.

La santa messa celebrata da don Mario Tomaselli nell'ambito della festa - durante la quale ha annunciato che a settembre sarà chiamato a servire la parrocchia di Pergine - è stata arricchita dai canti del coro. È seguito un pranzo tradizionale all'aperto preparato dagli alpini e allietato da musiche e canti durati fino al tardo pomeriggio.

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