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Ecco il prezioso affresco del Trecento svelato nel Duomo di Trento – VIDEO

L’arcivescovo Tisi scopre la preziosa opera d’arte, per secoli «nascosta» dietro la tomba del Clesio: le cerimonia dopo i Vespri per le celebrazioni del Patrono

TRENTO. E' stato svelato oggi – domenica 26 giugno, giorno del Patrono – l’affresco ritrovato e restaurato nel Duomo di Trento.

E’ stato l’arcivescovo Tisi a scoprire l’opera, durante la recita dei Vespri, davanti a un folto gruppo di fedeli ammirati.

Ecco il prezioso affresco ritrovato nel Duomo di Trento

Ritrovato nel corso dei restauri alla Cattedrale, è stato "svelato" oggi - giorno del Patrono San Vigilio - dall'arcivescovo di Trento Lauro Tisi: era "nascosto" dalla monumentale tomba di Bernardo Clesio, risale al 1300 - Video Daniele PANATO

Si tratta di  “Madonna in trono con bambino” risalente al 1300. La preziosa opera d’arte era coperta dalla tomba del Clesio, ora riposizionata come all’origine. Ed i restauratori l’hanno chiamata la “Regina della Pace”

L’opera d’arte, dai primi studi risalente al 1300, era quasi completamente celata, almeno dal 1893, dietro il monumento funebre del vescovo Bernardo Clesio nella navata nord, ora spostato nella posizione originaria, nella parete sud, in accordo con la Soprintendenza dei beni culturali della Provincia Autonoma di Trento.

La scoperta quasi casuale dell’affresco ha destato la comprensibile meraviglia del direttore dei lavori Ivo Maria Bonapace, dell’ingegnere responsabile del procedimento Edoardo Iob e dei consulenti chiamati a valutare l’opera, in particolare il fondatore del Laboratorio Scientifico dell’Opificio delle Pietre Dure di Firenze Mauro Matteini e la consulente dell’Arcidiocesi per il restauro degli affreschi Alice Maccoppi, unitamente ai collaboratori della ditta Lares di Venezia a cui è affidato il restauro della cattedrale.

L’ipotesi al vaglio degli studiosi è che si tratti di un’opera di Nicolò da Padova, già autore nei primi decenni del 1300 di affreschi nella chiesa di Sant’Apollinare, a Piedicastello. Per questo, l’affresco in cattedrale potrebbe risalire allo stesso periodo.

I lavori per riportare alla luce l’affresco sono iniziati poco dopo lo scoppio della guerra in Ucraina, che aveva indotto la Diocesi a promuovere una veglia di preghiera al santuario della Madonna di Piné dove l’arcivescovo Lauro Tisi aveva rivolto una supplica a Maria, Regina della pace. Una circostanza che non è sfuggita agli scopritori dell’affresco in cattedrale: “Proprio per questo – ammette l’architetto Bonapace al settimanale Vita Trentina – abbiamo deciso di chiamarla tra di noi la ‘Regina della Pace’, perché tornata alla luce in questo periodo di sofferenza”.

L’affresco ridonato alla cattedrale e alla vista dei fedeli trentini finora si poteva solo intravvedere al di sopra della lapide tombale del Clesio. “Si scorgeva metà del volto della Madonna – racconta Bonapace -, mentre l’altra parte era nascosta. Si capiva anche che c’era un’altra testa, quella del Bambino, che spuntava. E che l’affresco doveva essere di ottima fattura”.

Secondo gli esperti, l’immagine svelata della “Regina della Pace” ha accompagnato, insieme al Crocefisso ligneo della Cappella Alberti, i padri conciliari riuniti in Cattedrale a metà Cinquecento.

Il restauro interno del Duomo, iniziato nel 2017, dovrebbe concludersi verso la fine dell’anno in corso.

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