Opere / Il dibattito

Circonvallazione ferroviaria, affollata serata a Gardolo: "Non si farà mai, troppi rischi"

Un treno ogni 5 minuti, 260 convogli al giorno, oltre ai danni del cantiere e il nodo irrisolto della Sloi: «Questa non è una circonvallazione. È un buco che entra in San Martino ed esce a Mattarello»

IL CASO Le osservazioni "impossibili" da fare sul sito
CORTEO
In 500 alla nuova manifestazione no tav contro il bypass ferroviario
I DUBBI Il progetto del bypass ferroviario, sugli scavi nei terreni inquinati l'Appa obietta
CEOLA Meglio interrare il tracciato attuale, come hanno fatto a Bologna
LA RICHIESTA "Una pausa di riflessione per valutare ipotesi alternative"
IL NODO Sloi e Carbochimica, quei terreni inquinati da 90 anni

di Daniele Benfanti

TRENTO. Sala piena, oltre cento persone al teatro Gigi Cona di Gardolo l'altra sera per un nuovo confronto della "Rete dei cittadini per Trento" contrari al bypass ferroviario in sinistra Adige. Eloquenti le conclusioni della serata tratte da Paolo Zadra, ingegnere e portavoce del Comitato: «Il bypass in sinistra Adige non ha futuro. Troppe criticità. Se ne accorgeranno se solo pensano di iniziare i lavori. L'impatto con la problematica delle aree inquinate ex Sloi e Carbochimica sarà la pietra tombale di questo progetto: vedrete che non ci sarà nessun esproprio, nessun abbattimento di case. Noi non ci fermiamo qui e chiediamo a Comune e Provincia di darsi da fare e chiedere a Rfi di riprogettare l'opera in fretta, in destra Adige. Altrimenti i soldi del Pnrr verranno persi e il Trentino sarà ridicolizzato».

Nel corso della serata, il giornalista Luigi Sardi ha ripercorso la dolorosa vicenda dell'incidente alla Sloi nel 1978, rievocando la storia di quel tragico 14 luglio e le conseguenze di lunga durata del disastro innescato dalla fuoriuscita di piombo tetraetile.

Martina Margoni, del Comitato San Martino, ha ribadito come la politica abbia latitato e le enormi criticità del bypass sotto Calisio e Marzola siano state tenute sottotraccia: «Quest'opera è dannosa nei confronti delle fonti d'acqua, oltre 200, della stabilità e tenuta geologica e idrogeologica, dei quartieri, dei terreni agricoli, dell'integrità della città di Trento. Troppe superficialità da parte di chi deve decidere».In apertura di serata la Rete dei cittadini aveva anche manifestato la propria contrarietà a ogni manifestazione di violenza, anche verbale, a proposito del progetto contestato.

L'ingegner Zadra ha concluso secco: «Questa non è una circonvallazione. È un buco che entra in San Martino ed esce a Mattarello. Una vera circonvallazione bypassa tutta la città». A tenere banco nel corso della serata le relazioni tecniche della dottoressa Manuela Guidolin, che ha evidenziato la perdita dell'equivalente di 3,3 milioni di euro di acqua per Mattarello, ogni anno, pari al fabbisogno di acqua di tutto il sobborgo per tre anni, oltre alla compromissione, causa cantiere, delle zone umide intorno a Villa Bortolazzi.

L'ingegner Mario Perghem Gelmi ha passato in rassegna tutte le criticità rilevate: dagli evidenti problemi per le risorse idriche della collina est di Trento alla situazione di Rovereto («lo Zugna escluso da perforazioni ferroviarie, e oggi si pensa alla Valdastico lì sotto...»). «Ci sono equilibri delicati e scompensi idrici.

I documenti più recenti di Rfi - ha fatto notare Gelmi - hanno fatto scomparire delle sorgenti: non esistono più per loro, così come la sorgente di Acquaviva».

Capitolo «cameroni» sotto San Donà: «Si illude chi pensa che i treni merci non passeranno per Gardolo. La commissaria straordinaria ha detto no fino al 2040. Quindi i merci passeranno per Gardolo, non solo quelli per l'Interporto».

C'è preoccupazione, poi, per il rumore: 2,5 km di ferrovia saranno in tratto urbano. «Avremo 260 treni al giorno - ha proseguito Gelmi - lunghi il doppio di quelli attuali, fino a 750 metri, da 1600 tonnellate, a 100 km/h in tratti semiurbani. Le barriere antirumore in alcuni tratti dovranno essere alte anche 9-10 metri. Una bruttura. A Gardolo avremo sei binari. Due della nuova Trento-Malè, due per i merci, due per i passeggeri. Ci saranno vibrazioni e lesioni sicure sulle case in via Pietrastretta. Un treno ogni 5 minuti, 260 al giorno. La collina a Roncafort non risolverà il problema acustico, ma solo di congiuntura tra brani urbani. La qualità della vita di tutta la città peggiorerà».

«Noi - ha infine rivendicato Zadra - non protestiamo per protestare. Ma facciamo proposte alternative: recuperare e in fretta il progetto del 2003 in destra Adige, abbandonato per non contrariare gli agricoltori della Rotaliana. Non è troppo tardi!».

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