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Trento, nuovo allarme per le persone costrette a dormire all'aperto mentre il gelo aumenta: manifestazione il 10 dicembre in piazza Duomo

Appello dell'Assemblea antirazzista alle istituzioni pubbliche affinché mettano in atto politiche più efficaci: "Le persone prive di residenza possono usufruire di soli 30 giorni di posto letto quando il periodo invernale a Trento dura almeno 5 mesi". Mobilitazione anche dell'agenzia Onu per i rifugiati (Unhcr), rivolta in particolare ad aiutare i milioni di sfollati in Afghanistan e in Siria: parte la raccolta di fondi online

DENUNCIA «A Trento cento persone dormono al freddo, fra edifici abbandonati e anfratti urbani»

TRENTO. L'emergenza per le persone senza fissa dimora che non trovano un posto al caldo si fa più stringente, con l'irrigidirsi delle temperature di questi giorni, in Trentino.

Le associazioni che si occupano di questa problematica hanno ripetutamente lanciato l'allarme nelel settimane scorse, perché mancano posti nei dormitori.

Una nuova mobilitazione è ora prevista per venerdì prossimo, 10 dicembre, alle 17,30, in piazza Duomo, promossa dall’Assemblea antirazzista di Trento e dal Gruppo Trento con Mimmo Lucano.

"Scendiamo in piazza - scrivono - per denunciare le condizioni delle persone che in questo territorio sono costrette a vivere all’addiaccio".

Venerdì prossimo si celebra la Giornata mondiale dei diritti umani, per rimarcare la proclamazione della Dichiarazione universale dei diritti umani che l’Assemblea delle Nazioni Unite sottoscrisse il 10 dicembre 1948.

"Nel corso della manifestazione - anticipano i promotori - verranno lette alcune pagine dalla Dichiarazione universale dei diritti umani alla luce di lanterne verdi, le stesse luci che sul confine tra la Polonia e la Bielorussia sono utilizzate per indicare le case dei cittadini disposti ad accogliere e sostenere il viaggio dei e delle migranti: un simbolo di solidarietà, speranza e libertà di movimento.

Torniamo in piazza perché anche in Trentino ci sono persone costrette a vivere in condizioni indegne e alle quali non sono riconosciuti i diritti umani essenziali: l'emergenza non è l'inverno ma la mancanza di una casa.

Come un anno fa, e dopo 365 giorni, non è stata presa alcuna iniziativa da parte delle istituzioni, comunali e provinciali, per dare risposte concrete al problema della mancanza di un alloggio. Quei 365 giorni dovevano essere anche un tempo sufficientemente ampio per intervenire sui regolamenti e togliere i requisiti fortemente discriminatori per accedere ai dormitori di bassa soglia.

E invece, e ancora, le persone prive di residenza possono usufruire di soli 30 giorni di posto letto quando il periodo invernale a Trento dura almeno 5 mesi.

Convinti che le istituzioni e i diversi tavoli di lavoro abbiano messo in campo delle risposte insufficienti, e in certi casi anche non coerenti con il mandato dei propri elettori, chiediamo che nell’immediato sia messa a disposizione la parte non utilizzata della Residenza Fersina per garantire un posto letto a tutte le persone che si trovano in strada, e che sia tolto qualsiasi requisito per accedervi.

Parallelamente chiediamo soluzioni diversificate al problema dell'alloggio.

La questione deve essere affrontata in modo strutturale, alzando l’orizzonte oltre i servizi di base: la Provincia e il Comune devono avere il coraggio di investire su soluzioni innovative di co-housing sociale, di Ostelli per lavoratori e lavoratrici a basso reddito e per stagionali che non riescono ad accedere al mercato dell'affitto privato sempre più indirizzato al profitto.

Un profitto e una inumanità che muove i governanti dell’Europa intera.

Per questo saremo in piazza per denunciare anche quello che avviene sui confini mortiferi di questa Europa fortezza dove la vita delle persone migranti viene usata come strumento di gestione della politica estera da parte dell’Unione europea e dei governi nazionali", concludono gli organizzatori della mobilitazione.

Per parte sua, sempre oggi, l'agenzia Onu per i rifugiati, Unhcr, lancia un appello accorato per l'aiuto agli oltre tre milioni di profughi in fuga, in particolare afghani e siriani.

"Non solo conflitti, povertà estrema e la minaccia del covid-19: per milioni di rifugiati e sfollati siriani e afghani, in questo periodo dell'anno la sopravvivenza è minacciata anche da neve e temperature sottozero. L'Agenzia Onu per i Rifugiati (UNHCR) è ogni giorno sul campo per portare aiuti di emergenza ai più vulnerabili: coperte, scarpe, tende e aiuti economici alle famiglie che non riescono più a sostentarsi.

Il bisogno è enorme: servono in fretta ancora 84 milioni di dollari, per evitare che il freddo colpisca le famiglie più fragili. Tutti possono contribuire, donando subito online", scrive l'agenzia.

"Un bianco Natale - aggiunge - non per tutti significa festa, calore, serenità e abbondanza.

Per rifugiati e sfollati siriani e afghani questo sarà un altro lunghissimo inverno in cui dovranno fronteggiare neve, piogge, gelate e temperature rigidissime.

Una lotta ancora più dura che devono affrontare milioni di bambini, anziani, donne e uomini che non hanno una casa in cui scaldarsi, un ospedale in cui curarsi, risorse finanziarie per acquistare abiti caldi e per mettere in tavola una cena, spesso nemmeno nulla per coprirsi.

Per portare aiuti alle persone in fuga che si trovano ora in balia dell'inverno, UNHCR lancia la campagna "Fai un gesto gentile” che ha l'obiettivo di raccogliere fondi per aiutare le famiglie rifugiate più bisognose a provvedere alle spese essenziali per la sopravvivenza: l'affitto, il cibo, il riscaldamento in casa, ma anche per fornire loro indumenti invernali, scarpe, coperte e tutto ciò che serve per proteggersi dalla minaccia del freddo.

In Afghanistan la popolazione, già stremata da 40 lunghi anni di conflitto, deve oggi convivere non soltanto con la perenne minaccia alla propria sicurezza ma anche con la povertà estrema e con un sistema sanitario al collasso.

In totale sono oltre 3,5 milioni gli sfollati interni, quasi 700 mila solo nei primi 10 mesi dell'anno.

8 su 10 sono donne e bambini. Nel Paese soltanto il 4% della popolazione ha completato il ciclo di vaccinazione contro il Covid-19 e ora, con l'arrivo della stagione invernale e con temperature che possono scendere fino a 12 gradi sottozero, la situazione umanitaria si fa ancor più drammatica.

Molte famiglie vivono in alloggi di fortuna e non possono permettersi nemmeno stufe e carburante per il riscaldamento.

Per loro l'inverno diventa una sfida quotidiana: senza protezione adeguata, la polmonite o l'ipotermia possono sopraggiungere anche nel volgere di un solo giorno.

Unhcr è impegnata a fornire assistenza straordinaria per l'inverno a oltre 500 mila sfollati interni afghani, che riceveranno abiti e coperte oltre all'assistenza economica diretta. "Con metà della popolazione afghana alle prese con una grave insicurezza alimentare e 3,5 milioni di sfollati interni, la stagione invernale mette a serio rischio la sopravvivenza dei più vulnerabili, soprattutto anziani e bambini” spiega Chiara Cardoletti, rappresentante Unhcr per l'Italia, la Santa Sede e San Marino.

"Se si vuole prevenire una crisi umanitaria ancora più grande, con implicazioni non solo regionali, ma globali, la comunità internazionale deve sostenere l'Afghanistan – e deve farlo con rapidità”.

Il conflitto che mette a dura prova la Siria ormai da più di 10 anni ha messo in fuga oltre 13 milioni di persone.

Circa 6,7 milioni sono sfollati all'interno del Paese e 6,6 milioni sono rifugiati in altri Paesi. La crisi umanitaria è devastante e riguarda ogni aspetto della vita quotidiana di individui e famiglie: non riescono più a fronteggiare le malattie, con gli ospedali distrutti e in più il devastante impatto della pandemia di covid-19; non riescono a sostentarsi, con una svalutazione e un'inflazione galoppanti; non riescono a far studiare i più giovani, con le scuole ormai in macerie e abbandonate.

L'arrivo del lungo inverno siriano non fa che aggravare una situazione già allo stremo. L'Unhcr si è impegnata ad assistere oltre 840 mila persone con la distribuzione di aiuti indispensabili per la sopravvivenza alle gelide temperature. Oltre 15 mila rifugiati riceveranno inoltre assistenza economica diretta.

Unhcr sta lavorando senza sosta, in Afghanistan e in Siria, ma anche in Libano, in Egitto, in Iraq, in Giordania.

Una corsa contro il tempo e contro il gelo per raggiungere almeno 3,3 milioni di persone, quelle in situazione di particolare fragilità, che rischiano di non sopravvivere al rigore dell'inverno.

L'intervento sul campo è strutturato intorno a tre azioni salvavita: distribuzione di aiuti economici in denaro per le famiglie vulnerabili; fornitura di materiali per l'isolamento termico di tende e alloggi di emergenza e interventi per migliorare i sistemi di drenaggio dell'acqua piovana nei campi e negli insediamenti informali; distribuzione di accessori essenziali come coperte, abiti invernali, scarpe e teli di plastica", conclude l'agenzia delle Nazioni unite.

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