Trasporti / Il caso

Circonvallazione ferroviaria Tav, le trivelle al lavoro a Mattarello, il presidente della circoscrizione: «E’ iniziata l’agonia»

I proprietari dei terreni informati il giorno stesso dell’avvio, «adesso si vuole fare tutto di corsa», e intanto si aspetta il «Dibattito pubblico» che però durera solo 45 giorni

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di Franco Gottardi

TRENTO. Dopo aver sondato il sottosuolo nella zona che va dallo scalo Filzi fino al sovrappasso all'altezza della rotatoria Caduti di Nassirya le trivelle di Italferr si sono spostate a Mattarello e da alcuni giorni cercano di mappare i terreni lungo il tracciato di massima della circonvallazione ferroviaria. Tre i punti di indagine previsti: all'interno della Tenuta Marsilli ad Acquaviva, dove il tunnel dovrebbe iniziare, in zona Grezzi e ad ovest della ferrovia.

I tecnici lavorano alla mappatura guardati a vista dalle forze dell'ordine, che sorvegliano la zona della trivella per evitare possibili azioni dimostrative come avvenuto in passato.

Il presidente della circoscrizione, Alessandro Nicolli, è stato contattato il giorno dell'inizio dei lavori per individuare i proprietari e procedere coi lavori. «I tecnici di Italferr fanno il loro lavoro e sono gentilissimi - commenta - ma sconcertano le modalità con cui si sta procedendo. Mi risulta che le lettere per chiedere il permesso di entrare sui terreni privati e fare le trivellazioni erano state spedite anni fa e adesso si vuole fare tutto di corsa. Un sistema che mi lascia molto perplesso, temo che per Mattarello sia iniziata l'agonia».

I rilievi delle trivelle si spingono fino a 40 metri di profondità e servono per raccogliere dati preziosi attorno al progetto di massima presentato da Rfi, ma che quella sia la scelta finale non è del tutto scontato. Tutta la partita sta infatti entrando nella fase calda del dibattito pubblico, modalità prevista da una legge del 2016 per le grandi opere d'interesse generale.

Il 15 novembre è stato individuato il coordinatore del Dibattito pubblico per la circonvallazione di Trento in Andrea Pillon, esperto di analisi e facilitazione dei processi decisionali inclusivi specializzato nella mediazione dei conflitti ambientali. Pillon, torinese, 54 anni, presenterà nei prossimi giorni il suo progetto di Dibattito pubblico che si dovrà svolgere in 45 giorni con occasioni di incontro, approfondimento e di confronto tra progetti alternativi.

E qui sta il punto. La Rete dei cittadini, nata proprio per cercare un'alternativa al tracciato proposto da Rfi, ha accolto con favore le decisioni prese giovedì scorso all'unanimità dal consiglio comunale, che ha approvato dei documenti che impegnano sindaco e giunta a spingere Rfi a prendere in considerazione anche le proposte alternative, a partire da quella in destra Adige. E se comunque il progetto ufficiale dovesse essere poi confermato dovranno essere apportate le migliorie.

«Innanzitutto abbiamo chiesto sondaggi aggiuntivi nei punti di maggiore criticità a garanzia dei residenti - spiega Paolo Piccoli, presidente del consiglio comunale e autore dell'emendamento che ha portato all'approvazione unanime - e comunque ora potremo incalzare Rfi ad esempio nella richiesta di procedere verso nord in galleria artificiale fino all'Interporto, limitando il futuro impatto su una fetta importante di città».

Il consiglio comunale in ogni caso vuole mantenere alta la guardia in tutta la fase di pianificazione e realizzativa. A questo scopo tra le decisioni prese giovedì c'è quella di costituire una commissione speciale. Se questa verrà scelta ad hoc, magari integrata da membri esterni, o sarà formata dalla sommatoria dei membri delle commissioni ambiente o urbanistica lo decideranno i capigruppo, forse già nella seduta di domani.

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