Trento / Il caso

Alloggi per gli universitari, i giovani di Azione protestano dopo lo stop alla trattativa per gli spazi alla "Nave" di San Pio X

«Non si capisce il motivo per il quale Itea abbia fatto saltare l'accordo con l'Opera universitaria per la cessione di questo immobile»

di Nicola Maschio

TRENTO. L'edificio "Nave" di San Pio X al centro dell'attenzione dei giovani di Azione.

Il tema è quello della carenza di posti letto ed alloggi per gli studenti universitari, tagliati in modo particolarmente importante nell'ultimo anno e mezzo di pandemia.

Nella struttura sopra citata ce ne starebbero più di un centinaio, ma la trattativa tra Itea e Opera Universitaria per la sua cessione si è bruscamente interrotta, lasciando spazio a problematiche non indifferenti.

Prima infatti i ragazzi (17 mila in tutto quelli che attualmente studiano nella nostra città di cui ben il 65% fuori sede) hanno assistito alla riconversione delle stanze doppie in singole, per far fronte alla pandemia di Coronavirus.

Carenza di posti letto in città: la protesta degli studenti

La protesta dei giovani di Azione per la carenza d posti letto a disposizione degli studenti universitari a Trento.

Poi, con il mancato arrivo dei tanti studenti da fuori provincia per motivazioni sempre legate alla diffusione del Covid, tra lezioni a distanza e procedure online, molte delle stanze prima destinate loro sono state affittate ad operatori sanitari o personale di altro genere. Ora però, con il progressivo ritorno alla normalità e con una Trento nuovamente rimpolpata di studenti fuori sede, il problema della carenza di posti letto si è presentato quasi immediatamente.

E peggio sarà, aggiungono i ragazzi durante il loro presidio, tanto all'inizio del 2022 quanto tra una decina di mesi, con l'avvio del nuovo anno universitario.

Ecco perché l'edificio Nave potrebbe giocare un ruolo fondamentale. «Non si capisce il motivo per il quale Itea abbia fatto saltare l'accordo con l'Opera universitaria per la cessione di questo immobile» si legge in una nota ufficiale di Azione.

Insieme alla recente chiusura di circa 200 stanze da parte dell'Opera per lavori e la riconsegna delle stesse tra circa due anni, spiega ancora Alessandra Pastore, coordinatrice del tavolo Università di Azione, regna l'incertezza rispetto a come gli studenti potranno organizzarsi in futuro, detto che alcuni di loro hanno dovuto pernottare presso dei B&B per questo primo periodo di studi.

«Ho presentato un'interrogazione sul tema - ha concluso il consigliere provinciale Ugo Rossi - Vogliamo capire come intende muoversi Itea e come si pone la Provincia rispetto a questo accordo saltato. Non contesto il cambio di idea, che ci può stare, ma questa struttura potrebbe ospitare 130 ragazzi: serve fare in fretta e trovare quanto prima una soluzione alla carenza di alloggi».

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