Opere / La critica

Circonvallazione ferroviaria, Zadra (Comitato San Martino); «Si faccia una valutazione per passare in Destra Adige, sotto la città impossibile fare la galleria in due anni»

Oggi i cittadini presenteranno un dossier: nel mirino la decisione del 2009, quando la Provincia scelse il tunnel sotto la Marzola per «salvare» i vigneti della Rotaliana, su indicazione dei sindaci

TRENTO. «Non possiamo accettare che si escluda la possibilità di trasferire la circonvallazione ferroviaria di Trento sulla destra Adige senza che vi sia una relazione tecnica precisa e circostanziata. Non siamo contrari all’opera, ma deve essere valutata un’alternativa a creare un danno ambientale enorme e una voragine in centro città». A dirlo, a qualche giorno dall’ultima assemblea pubblica sul tema, è Paolo Zadra, ingegnere e componente di un comitato di cittadini che, venutosi a creare attorno al Comitato per San Martino, critica fortemente l’infrastruttura ferroviaria in fase di studio, rilevando problemi per la vivibilità del centro storico, per la sicurezza per i cittadini e per la conservazione dell’ambiente.

La proposta avanzata dal gruppo, su cui il sindaco Franco Ianeselli e l’intera Giunta comunale si è già espressa negativamente, è quella di approfondire la possibilità di trasferire i cantieri sul versante opposto della valle dell’Adige, in modo da incidere il meno possibile sulla città di Trento. «Tornare a parlare di Destra Adige a questo punto è irrealizzabile – aveva detto il sindaco – e vorrebbe dire perdere l’opera».

«Se l’opera in fase di studio non è migliorabile - spiega Zadra - crediamo sia più opportuno tornare all’ipotesi iniziale della destra Adige, prevista fino al 2003 e poi scartata in ragione della contrarietà dei sindaci della Piana Rotaliana. Come comitato abbiamo deciso di raccogliere la documentazione relativa al primo progetto, per dimostrare che l’alternativa non manca». Documentazione che verrà illustrata in una conferenza stampa questa mattina.

Zadra, che si è laureato con una tesi sulla possibilità di interrare la linea storica della ferrovia, ideando il boulevard cittadino prima che se ne iniziasse a parlare come una delle possibilità di riqualificazione urbanistica dell’intera città. Ora, prevede che i lavori, così come previsti attualmente, non potranno essere conclusi entro la data fissata, facendo perdere all’amministrazione provinciale e comunale la possibilità di beneficiare dei fondi a disposizione con il Pnrr. Anche se, interpellato sull’argomento, l’assessore comunale Facchin ha sostenuto pubblicazmente: «Credo che per opere di tale rilevanza, ci sarà un margine di tolleranza».

Ma Zadra insiste: «Se si decide di proseguire con il progetto in studio - ha precisato - l’opera dovrà essere consegnata entro il giugno 2026, pena la perdita del finanziamento europeo e la restituzione delle risorse. Mi chiedo come si possa concludere un’infrastruttura di tale portata entro quella data. Ma non solo: se se deciderà di proseguire verso Nord, ci si imbatterà nell’area ex Sloi, che necessita una bonifica complessiva, comportando ulteriori ritardi. A questo punto sarebbe meglio evitare di creare cittadini di seria A e cittadini di serie B e trovare delle alternative adeguate, per poi cercare i finanziamenti».

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