Salute / Il caso

Il drive-through vaccinale a Trento Sud verrà chiuso, e la Provincia cerca una sede alternativa per fare i vaccini

I “tendoni” sono esposti a vento e freddo, stop da novembre; escluso il ritorno a Trento Fiere, si studia un posto alternativo «che abbia un grande parcheggio»

PROVINCIA "Va tutto ricalibrato"

TRENTO. Il drive through di Trento Sud sarà smantellato a breve. «A novembre», conferma il dirigente del dipartimento Salute della Provincia, Giancarlo Ruscitti. Nelle scorse ore sia il presidente della Consulta della Salute, Renzo Dori, che la capogruppo Pd in consiglio provinciale Sara Ferrari, avevano espresso perplessità sulla funzionalità della struttura in località San Vincenzo durante i mesi invernali.

Questo anche alla luce della situazione che si è venuta a creare nei giorni scorsi con le precipitazioni e il vento che hanno reso difficoltoso e in alcuni casi pericoloso il transito nell'area sia delle auto che dei pedoni. Disagi anche per il personale sanitario costretto ad operare in condizioni non proprio ottimali. E poi loì, a San Vincenzo, bisognerà iniziare i lavori per ospitare il grande concerto di Vasco Rossi in maggio.

Con la chiusura del drive through di Trento sud si pone però il problema di trovare una struttura alternativa dove somministrare i vaccini.

«Cerchiamo luoghi chiusi dove si possa garantire il distanziamento e in una zona dove si possa parcheggiare con facilità. Stiamo valutando alcune soluzioni ma ancora non è stata presa alcuna decisione», dice Ruscitti.

Esclusa, al momento, la possibilità di tornare al Cte. A facilitare le ricerche c'è il fatto la maggior parte dei trentini è stata vaccinata e che la terza dose dovrebbe comportare un afflusso minore di persone. «Gli anziani ospiti delle Rsa vengono vaccinati nelle Apsp, i sanitari nelle strutture sanitarie e in più pensiamo anche ad un maggior coinvolgimento dei medici di medicina generale anche perché le indicazioni delle circolari ci permettono un uso del vaccino più tranquillo: possiamo conservarlo a temperature meno basse, ad esempio», spiega Ruscitti.

Medici di medicina generale che scenderanno in campo a breve anche per le vaccinazioni antinfluenzali. Alcune realtà italiane hanno iniziato già la somministrazione simultanea della terza dose con l'antinfluenzale ma questa non è la strada che intende percorrere la nostra Provincia. «Per le Rsa si era ipotizzato, terminata la somministrazione delle terze dose, di iniziare con l'antinfluenzale e per ora non abbiamo cambiato idea e non siamo intenzionati a farlo. Tra l'altro il Ministero della salute mette la somministrazione simultanea come opzione, non come indicazione. Per ora quindi noi saremmo per il distanziamento anche perché il vaccino antinfluenzale non lo abbiamo ancora disponibile. In ogni caso questo varrà anche per gli over 80 che prenoteranno da novembre anche se poi ci sarà la possibilità, per chi lo vorrà, di chiedere di effettuare insieme i vaccini».

Dunque l'indicazione generale è che le due vaccinazioni vengono somministrate distanziate ma per chi vorrà non ci sarà nessun ostacolo a ricevere la doppia dose. Novità in arrivo anche per quanto riguarda i sanitari. «Attualmente sono partite le somministrazioni delle terze dosi per i sanitari fragili ma una nuova circolare ha aperto questa possibilità a tutti. La prossima settimana il presidente riunirà la task force e analizzeremo anche questo aspetto. Non abbiamo problemi di dosi, perché ne abbiamo in magazzino ed è quindi probabili che si estenderà la possibilità di avere la terza dose a tutta la categoria, purché siano passati sei mesi dalla seconda dose».Indipendentemente dal vaccino utilizzato per il ciclo primario considerate le indicazioni fornite dalla commissione tecnico scientifica di Aifa, sarà per ora possibile utilizzare come terza dose, ossia come dose "booster" uno qualsiasi dei due vaccini a m-RNA autorizzati in Italia (Pfizer e Moderna).

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