Trento / Trasporti

Il problema degli autobus per Povo: migliaia di studenti, mezzi strapieni, ma solo per un’ora al mattino

Un vero caos per salire da Trento a Mesiano e alle facoltà: un assalto concentrato fra le 7 e le 8, ben oltre la teorica capienza «contingentata», poi invece mezzi quasi deserti

L'ALLARME A Povo e dintorni si teme anche per il futuro dei trasporti

di Nicola Maschio

POVO. Il tema della capienza sugli autobus torna a far parlare di sé. Con il passare delle settimane, ma soprattutto con la ripresa di attività scolastiche e universitarie, sono state diverse le segnalazioni di sovraffollamento sui mezzi pubblici. Ma non su tutti e soprattutto non durante tutta la giornata.

I casi infatti sono diversi, ma concentrati in alcuni specifici momenti. Ad esempio, come avevamo già scritto qualche settimana fa, al termine della mattinata scolastica troviamo autobus a capienza 100%, quando in realtà il limite in vigore al momento dovrebbe fermare il "conteggio" all'80%.

Eppure in alcune fermate, come quelle di piazza Venezia (soprattutto quella di San Francesco), la concentrazione di utenti è veramente troppo elevata per gestire con serenità i flussi. Ma se la situazione è questa al termine dell'orario scolastico, grande attenzione deve essere riservata anche alle prime ore della mattina.

Abbiamo quindi deciso di sperimentare una tratta, precisamente quella dell'autobus numero 5 che dalla stazione dei treni in piazza Dante si dirige fino all'università a Mesiano, e poi Povo, per capire, dopo alcune segnalazioni, se la situazione sia effettivamente difficile. Sono in realtà emerse diverse considerazioni.

Per prima cosa, le corse disponibili sono davvero tante ed il potenziamento dei trasporti è evidente: in una manciata di minuti infatti sono ben quattro gli autobus 5 che prendono le vie della città, due dei quali addirittura autosnodati. Ciò che però non si può non evidenziare, e qui arriviamo al secondo punto, è la presenza massiccia di utilizzatori: il primo autobus infatti si trova costretto a saltare tutte le fermate di piazza Venezia, esibendo la scritta "Posti esauriti", per mantenere la capienza stabile. Nei successivi, nonostante come detto alcuni siano mezzi anche più lunghi del normale, la situazione è al limite.

Questo però tra le ore 7 e le 8, dopodiché il flusso tende a calare, con altrettante corse che, incrociate durante la risalita verso la collina, sono a capienza molto ridotta rispetto alle precedenti.

Un terzo appunto riguarda i cosiddetti "verificatori", ovvero coloro che dovrebbero controllare le capienze, ma che di fatto si trovano a dover svolgere un ruolo complesso al punto da cercare di "incastrare" le persone sugli autobus nei limiti di quanto possibile.

Un ultimo aspetto, o meglio una conclusione finale, riguarda però il modo di utilizzare questi mezzi pubblici. Sì perché il confronto tra le corse svolte ad appena una mezz'ora di distanza è incredibile e si passa da mezzi sovraffollati ad altri invece (anche autosnodati) praticamente deserti.

Data la grande quantità di studenti, soprattutto universitari diretti alle strutture collinari, se da un lato le nuove matricole possono essere scusate dal fatto di non conoscere il sistema dei trasporti, gli orari o di volersi ambientare alla nuova Facoltà, dall'altra viene da chiedersi per quale motivo in tanti si accalchino sullo stesso mezzo quando, a pochi minuti di distanza, se ne potrebbe prendere un altro più sgombro. Insomma, il potenziamento delle corse è evidente (ci sono anche più autobus numero 5 che ora arrivano fino alla fermata di Oltrecastello) e, di certo, fino ad ora è stato ampiamente sfruttato. Si tratta quindi di capire (e migliorare) il come.

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