Le feste / La sentenza

Vigiliane, il tribunale della penitenza “castiga” il direttore di Apss Ferro e il presidente Fugatti

Chiamati a giudizio l'assessora alla Sanità trentina Stefania Segnana e il consigliere provinciale Alessandro Savoi per gli insulti a due sue ex compagne di partito

TRENTO. Il Covid, naturalmente, con tutte le sue conseguenze. Ironiche, paradossali. Che Lucio Gardin ha saputo mettere alla berlina insieme alle nostre manie, paure, ai nostri conformismi e ai comportamenti illogici che la pandemia ha innescato. Al centro del Tribunale di penitenza di ieri sera nell'arena di piazza Fiera c'è stato soprattutto il virus, con tutto il suo corollario di igienizzazioni, sanificazioni, onnipresenti misurazioni della temperatura (persino con la «pistola dei prezzi» al supermercato), mascherine (Gardin si è presentato in scena con mascherine multiple sovrapposte), didattica a distanza e «didattica a letto» per i più pigri, zone rosse (per una sera, «zona rossa» è quella in cui è seduta l'immancabile Caterina Dominici, dalla fulva chioma).

Un modo per sdrammatizzare. All'inizio della serata il giudice Lucio Gardin ha duettato con un virologo (impersonato dall'attore Gabriele Zanon) che igienizzava tutto ciò che gli capitava a tiro. Poi battute a raffica sul prezzo della sosta nei parcheggi blu del centro (più cari che pagare una multa...), ironia sulle prime Feste Vigiliane, dopo tanti anni, senza il sindaco Alessandro Andreatta («tanto de capèl - Gardin dixit - perché l'unico sindaco dopo anni a non aver voluto fare anche il presidente della Provincia»), su Monte-vaccino, l'unico paese Covid-free del Trentino.

E poi, finalmente i papabili per la tonca nelle gelide acque dell'Adige stasera, con il tribunale in cui il comico roveretano è stato affiancato da Erica Zambelli (avvocata della difesa), Franco Toniolatti (avvocato dell'accusa), Gabriele Zanon (cancelliere-virologo). La cronaca, come sempre, ha fornito materia prima e candidati senza difficoltà. Il «Supremo tribunale di Trento» ha chiamato a giudizio l'assessora alla Sanità trentina Stefania Segnana e il direttore dell'Azienda sanitaria, Antonio Ferro, per come hanno gestito l'emergenza Covid! «Ci hanno chiuso in casa 4 mesi perché negli ospedali non c'erano abbastanza posti letto per tutti...» l'accusa. «È il risultato dei tagli alla sanità perpetrati negli anni dai governi precedenti, non è certo colpa dell'attuale amministrazione» l'appello della difesa.


Non l'ha scampata nemmeno il presidente della Provincia, Maurizio Fugatti, per la gestione degli orsi, con relativa «figuraccia» per il Trentino in occasione della doppia fuga del plantigrado dal recinto del Casteler. Con Fugatti che magari ha liberato di proposito l'orso per poi poter dire: «El ciapo mì perché i orsi no i deve nar nel volt del vizim a magnar el miele no no no!». Chiamato a comparire davanti alla Corte implacabile delle Vigiliane anche il consigliere provinciale Alessandro Savoi, della Lega, «per aver usato parole altamente offensive sul suo profilo social contro due colleghe di partito, Alessia Ambrosi e Katia Rossato, che hanno avuto la sola colpa di trasmigrare, come i cormorani, in Fratelli d'Italia».

Sul banco degli imputati anche tutti i 70 consiglieri regionali, per aver richiesto il rimborso delle spese di viaggio anche per le sedute in videoconferenza. «Chiamiamo a comparire davanti al popolo sovrano - ha scandito poi l'avvocato dell'accusa - i baristi e i ristoratori trentini per avere violato le prescrizioni sull'emergenza Covid mettendo a rischio la salute di tutti gli abitanti della terra! Di tutto il globo terracqueo! E probabilmente anche di Marte!». Tra i toncabili anche il ministro alla Salute, Roberto Speranza «e relativo Circo Barnum», a cominciare dai «virologi di Governo, di fama mondiale, che ogni due giorni i cambiava idea» su mascherine, protocolli, divieti e concessioni.


Tra chi rischia di essere messo a mollo nelle fredde acque dell'Adige questa sera (ore 20.30, Ponte di San Lorenzo, ingressi contingentati, su prenotazione) anche l'imprenditore e editore Michl Ebner, per la chiusura del quotidiano Trentino; e il ministro della funzione pubblica, Renato Brunetta, per aver aumentato, in tempi di crisi per i lavoratori autonomi, gli stipendi nella pubblica amministrazione.

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