Pista ciclabile a Gocciadoro, il Comitato attacca: "Violate le norme di protezione"

TRENTO - Il no alla nuova ciclabile che attraverserà il parco di Gocciadoro non è solo sentimentale, nel senso di rispetto nei confronti della natura. C'è anche una questione di legittimità. Ottone Taddei del Comitato tutela del bosco storico di Gocciadoro cita studi sull'area - da fine anni Sessanta ai giorni nostri - che mettono in evidenza l'ecosistema unico nonché il significato storico-naturalistico dell'area. Ed evidenzia l'esistenza di una legge provinciale, la 11 del 2007 (testo aggiornato al 24 gennaio 2020) sulle foreste e sulla protezione della natura, che sarebbe stata aggirata nell'iter di approvazione del progetto di pista per biciclette.

«Ad essere buoni possiamo ipotizzare che si sia trattato di un errore procedurale. Ma a pensare male ci vedo la violazione di una legge. Legge che non viene applicata» spiega Taddei, che su questo punto vuole vederci chiaro. «Una decina di giorni fa ho spedito una pec alla Gestione strade e parchi del Comune per chiedere l'atto della domanda presentata al Servizio Foreste e Fauna della Provincia in merito al progetto. Una seconda pec in copia l'ha mandata al sindaco: sono stato contattato dalla sua segreteria, ho spiegato la situazione, ma risposte ufficiali non mi sono ancora arrivate - prosegue Taddei - La legge 11, che in questi giorni ho letto più volte, è articolata. Dal mio punto di vista è stata elusa in più punti dato che parliamo della stessa normativa che dovrebbe stabilire che il sito di Gocciadoro è protetto, che non si tratta solo di bosco, ma di area con valenze paesaggistiche ed ecologiche particolari, come evidenziato dagli studi del professor Pedrotti».

E' lo stesso Franco Pedrotti, botanico, professore emerito dell'Università di Camerino, a ricordare al Comitato che l'area di Gocciadoro è interessata da due regimi di tutela: la Tutela ambientale e protezione delle bellezze naturali contenuta nella legge 1497 del 1939 e la Rete Natura 2000. «Nello Studio di fattibilità - spiega il docente - non una parola è dedicata alla descrizione del bosco, non sono citate le principali specie arboree di Gocciadoro (carpino bianco, farnia, castagno), nulla è stato scritto sulle caratteristiche della vegetazione boschiva (...) Il progetto non è fatto in chiave sostenibile e attenta all'ambiente. Se così fosse, il tracciato dovrebbe essere previsto al di fuori del bosco».

Franco Pedrotti è stato fra i primi ad aderire al Comitato tutela bosco storico; assieme a lui una cinquantina di soggetti, tra rappresentanti di associazioni ambientaliste ed animaliste e cittadini privati. «Va benissimo puntare sulla mobilità alternativa, non diciamo no ad una ciclabile, ma perché per fare un bene da una parte si fa un danno dall'altra? Bisogna cercare un'alternativa che sia positiva per entrambe le parti - sottolinea Ottone Taddei - Ora aspettiamo le risposte ufficiali degli Enti pubblici, nel frattempo studiamo la normativa: sono disposto ad andare per vie legali, a presentare ricorso, se viene confermata la mancata applicazione della legge 11. Ho invitato varie volte chi di dovere a venire di persona a vedere il sito, perché dalle mappe non ci si può rendere conto delle pendenze dell'area».

Sulla pista ciclabile ha presentato un'interrogazione Andreas Fernandez, consigliere comunale di Europa Verde nonché presidente della Commissione ambiente: Fernandez chiede se siano previsti ulteriori approfondimenti rispetto al rischio di stabilità geologica dei costoni attraversati dalla nuova infrastruttura. Evidenziando come la "transizione ecologica" sia al centro delle linee programmatiche della maggioranza, Fernandez chiede se «non sia prioritario salvaguardare in tutto e per tutto un'isola ecologica così speciale della nostra città». «Bisogna rispettare l'iter istituzionale del progetto, avallato nella scorsa consiliatura - spiega Fernandez - Non si tratta di dire sì o no al progetto, ma di verificare se si possono evitare errori che potrebbero avere un grosso impatto su Gocciadoro, valutando alternative. Come forza ecologista in consiglio comunale non potevamo non intervenire, seppur all'interno della maggioranza e nel rispetto della maggioranza».

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