Assembramenti per il brulé: Ianeselli chiude due casette del centro di Trento

«Se il buonsenso non basta, siamo pronti a inasprire le restrizioni, anche rispetto all'ordinanza provinciale».

Il sindaco di Trento Franco Ianeselli non tollera più la situazioni di assembramento in città, come quella folla che si è radunata sabato pomeriggio.

Ieri mattina, assieme al comandante della polizia locale Lino Giacomoni, Ianeselli ha voluto consegnare di persona l'ordinanza di chiusura ai due titolari dei quattro chioschi di caldarroste - e soprattutto brulè - del centro, attorno ai quali sabato pomeriggio gran folle si sono assiepate. Via Calepina e via Oss Mazzurana, luoghi con scene fuori luogo.

«In realtà siamo andati solo in via Calepina. I titolari del chiosco di via Oss Mazzurana, dopo essersi confrontati con la polizia locale già sabato, non sono neanche tornati in città per riaprire».

In molti si chiedono anche perché i chioschi fossero aperti. 

«Formalmente offrono unicamente prodotti da asporto. Comprendo il problema, ma è legato - come molti altri aspetti di questa emergenza - al buonsenso della gente. Non dovrebbero servire controlli o indicazioni per capire che in un momento come questo, castagne o brulé vanno acquistati e poi consumati altrove. Non certo, comunque, creando capannelli sul posto».

Nella foto sotto: la folla sabato pomeriggio in via Oss Mazzurana

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