Aggressione ad Adriano Cavosi: i Carabinieri identificano e denunciano un albanese e due trentini

Sono stati identificati e denunciati i due aggressori del barista Adriano Cavosi, preso a pugni nel Maly Bar di via Vittorio Veneto dopo un diverbio con una coppia in bicicletta, che non usando la ciclabile della strada, sfrecciava sulla soglia del bar.

Era accaduto nella metà del mese di giugno allorquando i toni e gli animi si sono surriscaldati tra il padre della gerente di un’attività commerciale e una ciclista che, transitando sul marciapiedi prospiciente all’esercizio pubblico, veniva invitata ad usufruire della pista ciclabile posta sull’altro lato della carreggiata.

La donna, non gradendo di essere stata richiamata, incominciava un’accesa discussione con l’uomo, offendendolo e aggredendolo, lanciandogli per di più contro la stessa bicicletta, e dileguandosi subito dopo grazie all’intervento di un avventore del locale.
Ma dopo soli una quindicina di minuti la vittima, presente sempre nell’attività commerciale, veniva raggiunta alle spalle e inaspettatamente aggredita da un uomo che, in compagnia della ciclista, aveva raggiunto il locale.

Nel frangenteCavosi veniva ripetutamente colpito con pugni alle spalle e ai fianchi dall’uomo, incitato dalla ciclista urlante.

Anche in questa seconda occasione, l’aggressione terminava grazie all’intervento della figlia della vittima e gerente del locale che riusciva a far allontanare i due aggressori.

A tal punto la vittima, dolorante per le lesioni riportate, richiedeva l’intervento dei Carabinieri. Nel frattempo, con stupore, veniva nuovamente raggiunta dalla ciclista, evidentemente non soddisfatta, in compagnia di un altro uomo, che richiedeva minacciosamente spiegazioni su quanto avvenuto, intimidendo Cavosi e minacciando di morte lui e la sua famiglia.

L’arrivo dei Carabinieri faceva si che la ciclista si allontanasse frettolosamente. Una volta presa conoscenza della situazione nel suo evolversi nei tre episodi narrati. Iniziavano le attività d’indagini, da subito, l’identificazione dell’uomo dell’ultimo evento che, su due piedi, riferiva di non conoscere bene la donna, in difesa della quale era intervenuto, ma di sapere che è la figlia di un conoscente di cui non sapeva bene l’identità.

Le serrate indagini condotte dalla Stazione CC Trento in ordine all’increscioso e ingiustificabile evento ha permesso in poco più di un mese di addivenire all’identificazione delle tre persone responsabili. Il tutto infatti, con somma sorpresa degli stessi Carabinieri, è partito dallo scoprire che il terzo uomo era poco di meno che il padre della ciclista, e non il conoscente del padre della stessa; da lì il passo è stato breve e si è riusciti a identificare la donna e il compagno convivente della stessa, quale l’uomo che ha aggredito alle spalle la vittima.

Al termine delle aggressioni la vittima si era fatta medicare dal pronto soccorso che gli diagnosticava lesioni guaribili in meno di dieci giorni.

Ora la donna e i due incalliti “giustizieri”, rispettivamente trentini e un uomo albanese, dovranno rispondere del reato di lesioni personali all’Autorità Giudiziaria di Trento.

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