Sui tornanti del Bondone come in pista La denuncia dei residenti contro le moto «Problema di sicurezza e di disturbo acustico»

Come prima, più di prima. Che i motociclisti amino i tornanti che salgono in Bondone, non è una novità. In queste prime settimane d'estate, tuttavia, la concentrazione di due ruote sulle strade che salgono a Vason e alle Viote da Sardagna, Cadriai e dalla Valle dei Laghi sembra ancora più fitta rispetto agli anni scorsi. E i residenti non ne possono più.

«Il problema è concreto - spiega il presidente della circoscrizione di Sardagna Alberto Pedrotti - e il numero di segnalazioni e richieste che mi stanno arrivando conferma come quest'anno le proporzioni del fenomeno siano ancora più impattanti. Si tratta di una questione innanzitutto di sicurezza, ma anche di vivibilità, con l'inquinamento acustico».
Pedrotti ha ribadito la rilevanza della questione anche attraverso un post su Facebook: «Il traffico veicolare sulla provinciale 85 del Bondone, soprattutto motociclistico, "esplode" letteralmente nel periodo estivo. Come (e più) di ogni anno sono stato inondato di lamentele da parte di residenti e frequentatori della montagna che con piena ragione lamentano la guida spericolata di molti, inebriati dalla libertà domenicale e dai nostri stupendi tornanti. Inutile minimizzare, il problema esiste e riguarda non solo i "locals" che utilizzano la strada ma anche e soprattutto i centri abitati».

Il dialogo con le forze dell'ordine e le istituzioni è costante, spiega Pedrotti. E ha già portato all'istituzione, da parte della polizia locale, di posti di controllo nei fine settimana: tra il 26 e il 28 giugno sono state poco meno di una novantina i motociclisti controllati dagli agenti del corpo di via Maccani, che hanno elevato tre sanzioni.

«La circoscrizione di Sardagna - aggiunge Pedrotti - con due documenti ha richiesto interventi proporzionati e realizzabili, come l'inasprimento dei limiti di velocità in determinati tratti e l'installazione di tutor (speed check) con effetto "deterrente", nonché l'aumento dei controlli da parte delle forze dell'ordine. Se per l'ultima richiesta, Polizia e Carabinieri, nel limite delle risorse disponibili, hanno sempre dato riscontri positivi, per quanto riguarda le prime due, rispettivamente Provincia e Comune hanno risposto sempre negativamente. Nel primo caso, ritenendo che apporre chiaramente i limiti di velocità all'entrata dei centri abitati fosse inutile, in quanto i 50 km orari sono già previsti dal Codice della strada, nel secondo ribadendo in due occasioni che i tutor, di fatto, sono inutili. Mi permetto umilmente di dissentire in entrambi i casi e per questo continuerò nel richiedere questi interventi, che ritengo non una soluzione definitiva al problema ma il minimo sindacale».

«Il problema purtroppo è rappresentato dalla minoranza di motociclisti che scambiano queste strade per un circuito - spiega Paolo Curcu, che ha casa a Candriai - e che così facendo rappresentano un pericolo per sé stessi e gli altri in strada e causano continui disagi ai residenti. In alcuni momenti delle giornate del fine settimana qui la situazione è davvero invivibile».
Sulla questione si è espresso anche l'ex presidente della Provincia Lorenzo Dellai, con una lettera inviata proprio all'Adige: «Ogni sabato e ogni domenica da giugno a settembre sembra di stare al circuito del Mugello. Centinaia di moto che transitano quasi sempre ignorando i doveri imposti dal Codice della Strada (e dalla buona educazione) per i nuclei abitati, con accelerazioni degne di Valentino Rossi».

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