Senzatetto, proroga dell'accoglienza ma si cercano spazi adeguati

di Giorgio Lacchin

Il Tavolo dell'inclusione s'è riunito ieri per fare il punto sull'emergenza senzatetto.

Hanno partecipato gli assessori della Provincia e del Comune per le politiche sociali - rispettivamente Stefania Segnana e Mariachiara Franzoia -, la presidente del Punto d'incontro Milena Berlanda, dirigenti e funzionari degli enti pubblici.
«Sono arrivate delle proposte anche dai privati. Mercoledì (oggi, ndr) decideremo tutto: sarà un tavolo operativo», dice Milena Berlanda . «Da parte dell'ente pubblico c'è stata un'apertura importante: qualsiasi decisione verrà presa, avrà effetto fino al 31 luglio. Finora si andava avanti di quindici giorni in quindici giorni».

«Di fatto», interviene Mariachiara Franzoia mostrando un'evidente soddisfazione, «abbiamo allineato la data dell'emergenza senzatetto a quella dell'emergenza Covid con la possibilità, dunque, di rimodulare i servizi sia notturni che diurni sulle strutture già esistenti».
«Stiamo cercando posti in più per la notte», riprende Berlanda, presidente del Punto d'incontro, «si sta ragionando sull'utilizzo di Casa Sant'Angela. Sarebbero altri 25 letti per venticinque senzatetto».

Si sta cercando, soprattutto, uno spazio abbastanza ampio da poter utilizzare nelle ore diurne. «L'emergenza Covid fa sì che gli spazi a disposizione degli emarginati non bastino più: penso alle norme in vigore, prima di tutto il distanziamento», sottolinea Mariachiara Franzoia. Sembrava che in ballo ci fosse l'ex Cte in via Briamasco, che avrebbe potuto accogliere una tensostruttura, ma dopo i sopralluoghi l'ipotesi sta perdendo terreno a favore di altre, poste sul tavolo nelle ultime ore.

«Stiamo cercando di dare una risposta anche al problema del deposito bagagli», rivela Berlanda. «I senzatetto hanno valigie, borse, zaini; portano con sé tutto ciò che hanno. Portano con sé la propria vita... Dobbiamo, dunque, trovare delle soluzioni affinché questo peso non gravi interamente sul Punto d'incontro di via Travai». Una volta, per i bagagli, c'era Casa Baldè ma la struttura non è più disponibile. «Adesso gli emarginati arrivano al Punto d'incontro con tutte le loro cose, ma lì non c'è uno spazio adeguato. Il nostro problema, oggi, in tempo di pandemia, è riuscire a coniugare l'ospitalità dei centri diurni con le norme di sicurezza», conclude Berlanda.
Verrà reperito, quindi, uno spazio dove i senzatetto possano sostare, magari anche per ricaricare il cellulare, e possano lasciare i bagagli: quelli di cui non abbiano bisogno tutti i giorni. I vestiti di ricambio, ad esempio.

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