Nuovi (e rinnovati) locali: a Trento un'ondata di ristoranti per un 2020 tutto da provare

di Daniele Benfanti

Il mondo della ristorazione in centro città a Trento dà segnali di vivacità. Un fermento che sta caratterizzando queste ultime settimane a cavallo tra fine 2019 e inizio 2020. Segno che il mercato è promettente e i trentini che amano mangiare fuori sono sempre di più.

Ha aperto a dicembre il Borgo Nuovo, in Androna di Borgo Nuovo (tra via Mazzini e piazza Garzetti). Non una nuova apertura, ma un «trasloco» dai Tre Portoni di via Madruzzo. I gestori sono Stefania e Altin Plaku, in cucina c’è lo chef Luca Agostini. Gli spazi sono quelli dell’ex whiskeria e cocktail bar «Feeling».
«Puntiamo soprattutto sul pesce ma abbiamo anche menù di terra – spiega Stefania – e questi due mesi sono andati molto bene. Siamo aperti tutti i giorni a pranzo e cena. Ci sono tanti lavoratori degli uffici del centro». Il nuovo ambiente dispone di 60 coperti, mentre la vecchia location ne aveva esattamente la metà. Nel menù cruditée di pesce, zuppette di crostacei, branzino, frittura mista. 

Ha aperto invece solo nei giorni scorsi il nuovo Old, ristorante e pizzeria di via Roggia Grande. Gestione romena (al femminile) e cucina romana. Dalla Romania (ma hanno vissuto a lungo a Roma) due cugine giunte a Trento per stupire i palati locali.
Sono Lavinia Soponar, addetta alla sala, e la cuoca Ioana Cernica.
Quest’ultima è stata per 20 anni cuoca nella capitale e nel menù ha inserito spaghetti cacio e pepe, amatriciana, carbonara, spaghetti alla chitarra con cozze e vongole, trippa alla romana, saltimbocca, coda alla vaccinara, abbacchio.
«Qui in città non manca certo la concorrenza – ammette Lavinia – ma pensiamo che tra cucina romana e pizze il nostro locale possa offrire alla clientela una bella proposta, pure un po’ diversa dal solito. Nel week-end scorso abbiamo già avuto ospiti alcuni romani doc, che hanno apprezzato l’esecuzione dei nostri piatti ispirati dalla cucina della capitale». Per ora, nessun giorno di chiusura, al nuovo Old.

In via Dietro le Mura (il retro di piazza Venezia) fervono i preparativi per aprire entro fine mese il nuovo ristorante «Augurio». Un auspicio e un cognome. Quello di tre fratelli con la passione per la ristorazione. Luca, 33 anni, arriva dal mondo del catering e si occuperà di sala e cantina (120 etichette). Mattia ha fatto la scuola alberghiera e lavorato per una decina d’anni tra Isola d’Elba, Cervinia e Sardegna. Anche Samuele ha studiato a Levico e Roncegno, prima di fare scuola sul campo alla locanda Margon con Alfio Ghezzi.
«Avremo 60 coperti a pranzo, per un business lunch più leggero ed economico – anticipa Mattia – mentre la sera la cucina sarà riservata a una quarantina di posti e il pre-cena sarà dedicato a degustazioni di vini al di là della nostra carta».
Il ristorante è su due piani, incorniciati da caratteristici volti in pietra, in uno spazio di pregio architettonico inutilizzato per 50 anni, con affaccio anche su piazza Venezia.
Originale la cucina a vista, separata da un vetro, uno spazio espositivo per prodotti artigianali in porcellana e legno e una piccola serra idroponica dalla quale i fratelli Augurio ricaveranno germogli, basilico e insalatine novelle per rendere più buoni ed esteticamente gradevoli i loro piatti.

Come già scritto dall’Adige, in piazza Santa Maria, all’angolo di via Rosmini verso sud, è pronto ad aprire anche il nuovo ristorante «Tastiko», locale con cui fa il suo ingresso nella ristorazione fissa, dopo qualche anno di esperienza nello street food, il Salumificio di Casa Largher, storica azienda della Val di Cembra che ha sede lungo la strada per il Lago Santo. Menu trentino, ma con alcune novità, come l’ormai rinomato pastrami di Casa Largher: il salume degli emigrati in America, che ritorna oggi in Europa per la clientela più esigente.

In largo Carducci da prima di Natale ha aperto, al posto del negozio di calzature ADP (Alessandro Del Piero), il bar Tunnel Lounge. Un lungo corridoio e un menù diverso ogni giorno. Ma anche un’offerta che va dalla colazione al pranzo, all’aperitivo, alla cena ai cocktail serali. Un’iniziativa avviata da Maka (di origine georgiana) e il trentino Mauro. Orario lungo, pubblico giovane ed elegante, il locale è già un punto di riferimento. «Abbiamo provato a tenere aperto nelle ultime due domeniche – ci dice la ragazza al bancone – e ha funzionato bene». 

Passaggio di proprietà e riapertura in vista per gli spazi lasciati vuoti, sempre in Largo Carducci, dal Posto di Sté, panineria gourmet che si è trasferita ed evoluta in via Malpaga. Dopo la gestione di Joseph Berloffa, che si è trasferito alla malga di Candriai per una nuova offerta, in largo Carducci ci sarebbe una riapertura imminente. Creando così un inedito filotto: in meno di 50 metri ci saranno il Blue Note, il Posto di Sté, il nuovo locale da cocktail Bugs, il Tunnel, la pizzeria Chef, più avanti la Cremeria Milano e sull’altro lato della strada Plan e Randré. Sette esercizi in una sola via.

In piazzetta Rasmo (tra via Suffragio e il passaggio Dorigoni) le scritte sulle vetrine oscurate annunciano l’apertura di un altro esercizio ristorativo: «La Maison de Filip» c’è scritto vicino all’inequivocabile «Coming soon». E di fronte - all’ex Bressan - si lavora per approntare una gelateria. In attesa della nuova gestione del "Tino" in Santa Trinità. 

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